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Speciale elezioni regionali Sicilia: ecco il programma di Rosario Crocetta | Informazione
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Speciale elezioni regionali Sicilia: ecco il programma di Rosario Crocetta

Ogni mercoledì fino al 28 ottobre ci occuperemo di guardare da vicino l’andamento delle elezioni regionali in Sicilia, primo banco di prova per una serie di alleanze a livello nazionale e test importante in vista delle prossime elezioni amministrative del 2013. La settimana scorsa avremmo voluto mostrare i programmi del candidato Gianfranco Micciché e di Nello Musumeci, ma non siamo riusciti a trovarli. Ricordiamo che per procedere al controllo dei programmi dei candidati non ci rivolgiamo agli uffici stampa, ma facciamo quello che qualsiasi cittadino è in grado di fare, ovvero cercarli in Rete per formarsi un’opinione.

Non abbiamo motivi per credere che Micciché e Musumeci non abbiano dei programmi specifici per la Sicilia, ma al momento il comune cittadino ha difficoltà a trovarli. Passiamo ora al programma di Rosario Crocetta, candidato per il PD, con la sintesi del suo programma, scaricabile e consultabile per intero da questa pagina.

RIFIUTI – CANCELLARE GLI ATO. ACQUA PUBBLICA

  • Via gli Ato dalla Sicilia, organi parassitari che hanno triplicato i costi dei servizi e creato problemi spaventosi ai cittadini che,a fronte di una peggiore qualità dei servizi, hanno dovuto pagare balzelli incredibili. Il servizio dei rifiuti deve tornare ai Comuni, mentre l’acqua, diritto fondamentale dell’uomo, deve essere pubblica, prevedendo tariffe sociali con un quantitativo minimo assegnato alle fasce deboli. Il costo dell’acqua deve essere uguale in tutta la Sicilia. Finora si è creata una realtà frammentata con tariffe che sono le più alte d’Europa a fronte dei servizi più scarsi d’Europa.

LA FORMAZIONE AI GIOVANI

  • La formazione in Sicilia deve essere completamente rivista e riorganizzata, legandola alla ricerca e alle Università. I progetti formativi devono andare di pari passo con i processi lavorativi. La formazione deve aprire al mercato del lavoro. Uno degli obiettivi è puntare alle nuove tecnologie. I giovani hanno il problema che quando finiscono di studiare non hanno un curriculum utile per entrare nel mondo del lavoro. La nuova formazione dovrà completarsi in aziende ed in ambienti in cui i giovani imparino il lavoro ed abbiano poi un curriculum da spendere o nella stessa azienda o in altre.

LA SCUOLA

  • La formazione primaria dovrà avere come base il tempo pieno così come in altre regioni d’Italia. Ciò risolverà il problema di molti precari, farà risparmiare spese alle famiglie per il recupero in forma privata e toglierà i ragazzi dalle strade. La scuola deve aprirsi alla contemporaneità, deve partire dall’antica storia e cultura del Paese, ma deve anche confrontarsi con la globalizzazione e la modernità per formare ragazzi che parlino almeno due lingue straniere, sappiano usare le nuove tecnologie e conoscano l’economia ed il diritto. Questa è la scuola secondaria che bisogna costruire. Formazione classica e contemporaneità sono due modelli non in contrapposizione, ma che possono integrarsi attraverso laboratori di ricerca, stages e centri di formazione. La scuola secondaria deve avere rapporti costanti con l’Università, i centri di ricerca e le aziende. Nel contempo vano studiate la letteratura e la storia siciliana.

I GIOVANI, LE DONNE, LE DIVERSITA’

  • Una Sicilia che abbatta le discriminazioni e riconosca i diritti di tutti, la Sicilia del lavoro e dello sviluppo, la Sicilia nella quale siano riconosciute le minoranze e le donne siano veramente “l’altra meta’ del cielo”.
  • Più diritti per gli anziani e le persone diversamente abili, eliminando in primo luogo le barriere architettoniche, offrendo una sanità efficiente ed accessibile a tutti.
  • E’ necessario costruire nuove prospettive per i giovani, allargando la base produttiva (green economy e nuove tecnologie). Occorre favorire il lavoro di giovani donne e diversamente abili incentivando le aziende che assumono tali lavoratori. Si dovranno favorire inoltre le imprese che abbattono il precariato e rinunciano ai contratti a tempo determinato.

CULTURA E BENI CULTURALI

  • Non è possibile che in Francia ed in altri Paesi i beni culturali siano risorse che portano ricchezza ed in Sicilia siano dei costi. I Musei nei periodi di massimo afflusso turistico devono aprire anche la notte, devono essere musei viventi che ospitino caffetterie, librerie, mostre. Questi musei devono essere in rete tra loro, scambiandosi esperienze ed iniziative che li rendano più attrattivi. I siti archeologici anch’essi devono essere viventi, ospitando rappresentazioni di tipo internazionale che attraggono turisti e produzioni che valorizzino la professionalità di artisti ed intellettuali siciliani. Bisogna valorizzare le tradizioni artigianali, come l’opera dei pupi e la lavorazione delle ceramiche La cultura è una delle più grandi risorse della nostra isola che ospita un terzo dei beni monumentali dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Questa è la terra dei più grandi autori contemporanei da Pirandello a Cammilleri, un patrimonio che deve essere conosciuto. L’identità culturale del popolo siciliano è la base per la rinascita dell’isola.

TURISMO

  • Bisogna attrarre investitori internazionali e la Regione deve facilitare invece che ostacolare chi nell’isola vuole realizzare proposte che rendano la nostra offerta competitiva.
  • La Sicilia possiede un patrimonio naturalistico, architettonico monumentale archeologico che dovrà essere valorizzato, che dovrà divenire una grande risorsa economica per l’Isola, attraendo milioni di turisti: terme, artigianato, valorizzazione dell’arte classica, moderna e contemporanea. Esperimenti come quello della fiumara d’arte di Antonio Presti o di Gibellina di Corrao, devono essere potenziate ed estese, pubblicizzandole in tutto il mondo e facendole diventare occasione di sviluppo per tutto il territorio siciliano. Gli hotel dovranno essere tutti in rete e occorrerà creare pacchetti turistici in grado di attrarre anche turismo di massa, calibrando la politica delle tariffe in modo dinamico adattandolo alle stagioni e all’andamento del mercato. Ovviamente occorrerà anche avere reti di assistenza nei territori per i visitatori. Si dovrà potenziare fortemente la formazione alberghiera in modo da professionalizzare il senso di ospitalità naturale che i siciliani hanno verso i forestieri.

AGRICOLTURA

  • Questo settore dovrà legarsi fortemente alla ricerca di nuove produzioni biologiche per fronteggiare la concorrenza a ribasso che viene dai Paesi emergenti. E’ indispensabile rivolgersi ad un’agricoltura di qualità in grado di penetrare nelle fasce più ricche del mercato mondiale. Saranno necessarie nuove modalità di produzione, come ad esempio l’utilizzo di serre fotovoltaiche e la produzione di anidride carbonica in serra in modo da far crescere i prodotti senza additivi. Va curata la formazione ai produttori, così come il rapporto con i centri di ricerca e le Università. L’imprenditore agricolo non può più agire da solo perchè il mercato è globalizzato, occorrerà favorire nuove globalità di distribuzione. In Spagna esistono solo tre catene di distribuzione per tutta la nazione, in Sicilia ve ne sono una ventina in ogni Comune e spesso produttori e agricoltori sono strozzati dalla criminalità che controlla i mercati di distribuzione. E’ indispensabile una revisione dei modelli di trasporto: l’aeroporto di Comiso che va aperto subito deve specializzarsi nel campo della distribuzione agricola per fornire prodotti freschi a tutta l’Europa.

TRASPORTI

  • Sono al centro dello sviluppo dell’isola, perciò occorre completare la Siracusa-Trapani attesa da 30 anni ed avviare la costruzione dell’arteria di collegamento nord-sud Santo Stefano di Camastra e Gela che toglierà dalla marginalità il centro della Sicilia. Nel contempo occorre pensare a nuove arterie per collegare Catania a Gela e ad Agrigento e nuovi collegamenti con Comiso. Va rimodernato il sistema ferroviario con collegamenti veloci. Le autostrade del mare devono contribuire allo sviluppo di una terra che si affaccia sul Mediterraneo, un mare che sarà sempre più luogo di collegamento tra l’est del mondo e l’Europa. La Sicilia deve intercettare questi flussi commerciali. E’ antimoderno che nè Palermo nè Catania nè Messina abbiano una rete metropolitana. In queste città vanno previsti parcheggi sotterranei, restituendo le piazze ai cittadini.

INDUSTRIA

  • Va aperta una vertenza forte con le aziende che operano nei grandi poli industriali che devono comprendere che la Sicilia non è una pattumiera. Ciò senza demonizzare le produzioni industriali né idealizzarle. L’homo faber produce, ma controllo la sua azione ed è quello che deve avvenire in Sicilia. Con l’Italia e l’Europa bisogna aprire una vertenza a favore degli autotrasportatori del settore industriale che vanno aiutati. Tra Catania ed Enna va costruito un polo di tecnologie avanzate e green economy. Il Governo nazionale deve finanziare le zone franche urbane di Catania, Gela ed Erice cancellate dal Governo Berlusconi.

PESCA

  • La Sicilia deve aprire una vertenza con l’Europa, nel 2013 cadrà l’attuale direttiva che penalizza la pesca nel Mediterraneo essendo essa concepita a favore della pesca dei mari del Nord. Vanno reclamate regole e misure adatte ad un settore che occupa 30 mila addetti e va varato un piano di rilancio della piccola e media marineria siciliana.

MODERNIZZAZIONE INFORMATIZZAZIONE.

  • Voglio che la presentazione di un’istanza basti un’e-mail mettendo fine a file e attese estenuanti. Informatizzazione vuol dire modernità, e ogni ufficio regionale dovrà adeguarsi a questo.
  • Voglio una Sicilia contemporanea dove la pubblica amministrazione sia completamente informatizzata, dove ci sia una rete diffusa di trasporti; incentivi per le imprese che assumono nuovi dipendenti, denunciano il pizzo e la corruzione. Mi impegnerò per abolire i privilegi delle cricche e delle caste.

STOP BUROCRAZIA E MORALIZZAZIONE DELLA VITA PUBBLICA

  • Tutte le istanze presentate da aziende e cittadini, dovranno avere una risposta entro 90 giorni lavorativi. Non possiamo bloccare lo sviluppo a causa di lentezze burocratiche o talvolta di negligenze di qualche funzionario. Occorrerà creare sistemi di incentivi e penalizzazioni. Si ha diritto all’incentivo se si superano gli obiettivi così come occorre in qualche modo penalizzare coloro che non raggiungono gli obiettivi minimi. Insomma un sistema con logiche produttive. I dirigenti non dovranno essere valutati dagli assessori ma da organismi tecnici competenti
  • Fuori i corrotti. E’ assurdo che parlamentari o funzionari arrestati per reati contro la pubblica amministrazione rimangano negli stessi posti come se nulla fosse accaduto. Eliminazione delle consulenze esterne per l’esercizio delle normali attività degli assessori, ci sono tanti dipendenti cha hanno la professionalità necessaria per svolgere lavori che spesso vengono dati ad esterni
  • La retribuzione dei parlamentari sarà legata alla loro effettiva presenza in aula e in commissione.
  • Non potranno più esistere gli stipendi da 500 mila euro l’anno che si sono visti diverse volte; lo stipendio dei dirigenti dovrà essere comparato a quello degli altri parlamenti regionali e agli standard europei.

SANITA’

  • La sanità deve avere al centro l’uomo e la sua dignità. Dignità per i cittadini “pazienti” ma anche dignità per gli operatori. Trovo incomprensibile che all’interno della scuola gli incarichi vengano decisi sulla base dei curricula e dei punteggi e invece nella sanità esistano ancora le nomine assessoriali, ipotizzando che i politici abbiano persino competenze per nominare primari.I dipendenti non possono essere ostaggi della politica, devono avere percorsi professionali certi e anche questi valutati da tecnici e non dalla politica. La sanità è tutto chiusa al proprio interno nella logica del cittadino “paziente”. Il compito della sanità non dev’essere di curare e basta, ma di prevenire, curare ed impedire che il malato di nuovo caschi nella malattia. Alcune competenze tra sanità e assistenza sono assurde perché un malato che viene dimesso dall’ospedale che non trova punti di riferimento all’esterno è destinato a riammalarsi. Il malato psichico sottoposto a tso uscendo dovrà fare i conti con una società che non lo prevede. Per questo è necessario un coordinamento tra assistenza e sanità. Ospedali dove i bambini vivano una condizione felice, i pazienti non sentano come dei soggetti buttati in un letto le ragazze alla prima visita ginecologica non abbiano a vergognarsi. Per questo l’assistenza sanitaria deve anche contemplare l’assistenza psicologica. La sanità non può essere solo un problema di tagli che sono stati e sono necessari, ma i tagli vanno fatti nelle isole del privilegio non nella sanità riservata ai cittadini comuni. Dobbiamo puntare sempre di più all’eccellenza mettendo in rete gli ospedali. La cartella clinica dei cittadini deve essere messa in rete e visibile dal medico di famiglia, in modo che in caso di ricovero possa aversi la situazione sanitaria storica del cittadino. Sono cose semplici che non capisco perché non si siano fatte.

I PRIMI CENTO GIORNI

  • Il presidente di Confindustria Ivan Lo Bello sostiene che se si sbloccassero le richieste di autorizzazione che giacciono nei cassetti della Regione si incrementerebbe il Pil dell’8 per cento, immettendo in circolo denaro privato. Perciò va istituita una conferenza dei servizi permanente che esamini tutte le pratiche. Va costruita una cabina di regia sugli investimenti alle dipendenze della Presidenza della Regione per evitare il balletto di rinvii tra associazioni ed enti locali. Vanno recuperati i fondi europei che per la Sicilia sono di 5 miliardi e 700 milioni, rinegoziando questa situazione con l’Unione Europea. Il patto dei sindaci deve essere l’occasione per portare in Sicilia 5 milioni e mezzo di euro dotando gli edifici dei Comuni di pannelli fotovoltaici, con un risparmio del 50 per cento delle spese di energia. La Banca centrale europea ha stimato che quei 5 miliardi e mezzo di euro possono portare a 24 mila posti di lavoro, la metà andrebbero ai precari, l’altra metà ai giovani disoccupati. Il sole è la nostra ricchezza, ma la Sicilia merita uno zero in condotta per non aver saputo sfruttare questa risorsa come hanno fatto la Germania e la provincia di Bergamo, prime in Europa ed in Italia.
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