Fiat incassa solo sentenze negative, progetto fermo e nuova stangata
Ci vorrà la Corte di Cassazione per convincere la FIAT a procedere al reintegro di 145 operai FIOM licenziati per il mancato accordo per il nuovo contratto sottoscritto con Fabbrica Italia che ha tenuto fuori gli operai iscritti alla FIOM. Piuttosto che riassumere i suoi operai Marchionne preferisce continuare la battaglia legale, mentre anche gli altri concorrenti soffrono la mancanza di incentivi statali.
Dopo l’apertura di un fronte interno con Diego della Valle e le accese discussioni dei primi di settembre, Marchionne si ritrova a dover gestire nuovamente il problema con i sindacati, specialmente con il gruppo sindacale della FIOM, passato nuovamente all’attacco dopo la seconda sentenza favorevole.
Per cercare di velocizzare il reintegro dei suo 145 iscritti, il segretario nazionale, Maurizio Landini, ha proposto un nuovo tavolo di trattativa per i contratti legato a premi di produttività a patto che il Lingotto faccia ripartire gli investimenti in Italia.
Una mossa distensiva che però non è stata raccolta, mentre nel resto d’Europa,  anche Volkswagen e gli altri grandi produttori hanno chiesto aiuti europei per rilanciare il mercato automobilistico, precipitato nell’ultimo trimestre di vendite. Una corsa disperata contro il tempo che non dovrebbe portare a sostanziali cambiamenti, mentre la pressione su FIAT aumenta sempre più.
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