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Tra vampiro e lupo mannaro: il Chupacabras. Parte 2. | Informazione
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Tra vampiro e lupo mannaro: il Chupacabras. Parte 2.

In alto, la signora Canion con la testa del Chupacabras. In basso la foto del corpo ritrovato.

In alto, la signora Canion con la testa del Chupacabras. In basso la foto del corpo ritrovato.

Nel marzo del 1997, un allevatore di San Antonio, in Texas, dichiarò in un’interista di aver catturato un animale che uccideva le galline. Lo descrisse come una sorta di cane senza pelo, e sostenne anche di averne visti altri due procedere a grandi balzi di tre o quattro metri. Nel 1998, avvenne il caso più incredibile: in Brasile fu trovato il cadavere di un uomo orrendamente mutilato. Di questo delitto fu accusato il Chupacabras. Nel 2002, in Argentina, si dice che sia stata scattata la prima foto del presunto “succhia capre”: un’immagine che però nessuno avrebbe ancora visto e che non sarebbe, per il momento, stata pubblicata nel web. Sempre in Texas, un videoamatore riprese le immagini di un contadino che abbatteva un presunto Chupacabras. Ancora in Texas, nell’ottobre del 2004, fu ucciso un piccolo marsupiale dalla pelle necrotica, con una dentatura canina e del peso di circa 10 Kg. Fino a qui abbiamo riportato la leggenda del Chupacabras e le descrizioni dei casi più conosciuti. Ma la storia che stiamo per raccontarvi è diversa: è quella di una donna che ha scoperto per caso di aver trovato un animale veramente raro, forse mitologico: un vero Chupacabras. Phylis Canion è una signora sulla cinquantina che vive in un ranch sperduto nel Texas, in una cittadina che conta alcune migliaia di anime dal nome di Cuero. Si tratta di una donna forte, abituata a viaggiare e che conosce bene gli animali. Insieme al marito ha percorso le terre di buona parte del mondo: è stata, infatti, in Africa, in Asia, In America Latina. Inoltre è un’appassionata cacciatrice, e questo fa di lei una profonda conoscitrice del mondo animale. Ma non è tutto: Phylis Canon è anche un medico, e quindi è abituata a valutare con lucidità un corpo o quel che resta. La storia di Phylis ha origine dall’uccisione di alcuni polli del suo ranch. Non riuscendo a catturare il colpevole, decide di piazzare alcune telecamere per riprendere l’animale che compie razzie notturne nel suo pollaio. Con sua grossa sorpresa, la bestia ripresa dagli obiettivi non sembra di un genere conosciuto. Inoltre, i volatili che aggredisce sono lasciati sul posto, perfettamente integri ma completamente dissanguati. Ha così inizio la caccia allo sterminatore di volatili. A bordo del suo mezzo, piccolo ma potente, Phylis avvia approfondite perlustrazioni del territorio del suo ranch. Una mattina, fa uno strano incontro: un animale, che sembra un incrocio tra un cane e un canguro, la fissa da lontano. I suoi occhi, sotto la luce del sole, appaiono riflettenti e distintamente blu. Lo strano animale emette quindi un grido: sembra quello di una donna, ma con qualcosa di disumano. Sarebbe il perfetto racconto di una storia dell’orrore se la vicenda non fosse invece stata vissuta da questa texana senza timore. A questo punto accade un inaspettato colpo di fortuna. Su una strada vicino a casa, la dottoressa Canion trova il cadavere di un animale che non riconosce. Lo porta a casa, ne taglia la testa (com’è usanza in Texas e in altri Paesi per dimostrare la cattura di un animale) e lo surgela nel frigorifero che tiene in garage. Ancora non è sicura di che tipo di animale sia, ma tutti coloro ai quali si rivolge sono convinti che non possa trattarsi altro che di un Chupacabras. Phylis non si perde d’animo, e così la storia finisce sui mezzi d’informazione, guadagnandosi anche un servizio su Kens5, il telegiornale texano di San Antonio. Il giornalista Joe Conger fa poi effettuare l’analisi del DNA dell’animale da ricercatori dell’Università Statale del Texas, a San Marco. Il presunto Chupacabras appare come un ibrido tra un cane e un canguro, di dimensioni comprese tra i 60 e gli 80 cm d’altezza. Ovvero, come un cane di taglia piccola o media, che però possiede delle zampe anteriori molto corte e delle zampe posteriori lunghe e perfette per saltare. Il corpo dell’animale è praticamente privo di pelo, e questa assenza, secondo alcuni studiosi, sarebbe dovuta a una malattia cutanea, come, per esempio, la scabbia. Questa teoria, però, non convince la dottoressa Canion: la scabbia porta la perdita di pelo a chiazze, che mano a mano tendono ad allargarsi, visto che l’animale continua a grattarsi, sfregandosi contro qualsiasi superficie ruvida trovi a portata di manto. In questo caso, invece, il pelo è praticamente assenti su tutto il corpo. Risulta visibile solo in una zona piccolissima area nella zona della spina dorsale, dove si trova una specie di cresta costituita da peli molto più lunghi di quelli presenti sul resto del corpo. Continua…

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