Sperduta nell’Oceano Pacifico, ricca di colossali statue: l’Isola di Pasqua. – Parte Terza.
E’ dunque questa la prima grande domanda a cui dobbiamo rispondere: quale popolo o razza arrivò in questa isola sperduta? Navigando con quali imbarcazioni? E perché decise di vivere su questa terra isolata dal resto del mondo? Cosa c’era di così speciale in questo piccolo angolo del globo?
Qui vi furono trovate mille statue di pietra vulcanica e altre ancora giacciono sui circostanti fondali oceanici. Il loro nome è Moai e sono la chiave e il cuore stesso del mistero che circonda l’isola di Pasqua. Oggi, sono circa seicento le statue ancora disseminate lungo le sue coste, le quali da secoli non fanno che fissare gli abitanti, gli studiosi e i turisti con il loro sguardo senza tempo. E da poco meno di trecento anni ci si chiede le abbia realizzate, con quale tecnica e cosa rappresentino.
Per cercare di dipanare il complicato groviglio di ipotesi al riguardo dobbiamo andare molto a ritroso nel tempo. Le tracce dei primi abitanti dell’isola di Pasqua risalgono all’anno 300 d. C., quando arrivarono delle canoe guidate da antichi polinesiani per migliaia di chilometri nell’Oceano, forse seguendo le migrazioni degli uccelli o semplicemente vittime delle correnti oceaniche.
Dopo il loro insediamento fiorirono dei miti che narrano di due razze antiche: gli uomini dalle “Orecchie Lunghe”, che venivano dall’Est, e quelli dalle “Orecchie Corte”, provenienti dall’Ovest. I primi comandavano, gli altri erano al loro servizio. Questa situazione di sudditanza degli appartamenti alle “Orecchie Corte” durò fino a un giorno compreso tra il 1680 e il 1774.
Nell’occasione, sempre secondo la leggenda, i membri delle “Orecchie Lunghe” ordinarono ai propri schiavi di gettare in mare tutti i Moai. A questa richiesta perentoria seguì un rifiuti, e, per chi lo espresse, la condanna a essere divorato in un macabro banchetto. A questo punto, le “Orecchie Corte” si sarebbero ribellate trucidando i loro padroni e bruciandone i corpi in una grande fossa comune.
Durante scavi recenti fu effettivamente ritrovata una trincea con numerosi resti di ossa umane segnate da bruciature. Continua…
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