Sperduta nell’Oceano Pacifico, ricca di colossali statue: l’Isola di Pasqua. – Parte quinta.
Secondo la Palinologia (lo studio dei pollini), circa 30.000 anni fa sull’isola di Pasqua esistevano piante a basso fusto e diversi tipi di erbe. In particolare, sono stati trovati pollini di “hau hau” (“albero della corda”) e di toro miro (“albero per ardere”). Ma intorno all’anno 800 d.C. (prima quindi della costruzione dei Moai) successe qualcosa: l’analisi dei sedimenti di quell’epoca fa pensare a una grande quantità di alberi bruciati. Poi, nei sedimenti successivi al XV secolo non ci sono quasi più tracce di alberi, come se un’intera foresta subtropicale fosse scomparsa in un immane rogo.
Allora, senza piante da fusto su cui farli rotolare, come venivano spostati i Moai? Sono sorte in merito le ipotesi più disparate e curiose. Nel libro L’isola della Morte, lo studioso Werner Wolff sostiene, per esempio, l’incredibile tesi secondo cui le statue venivano scolpite dentro un vulcano, aspettando che i gas dell’eruzione le “lanciassero” nei punti più disparati dell’isola.
Purtroppo per lui, i geologi sostengono che la bocca eruttiva si estinse con un anticipo di migliaia di anni rispetto all’arrivo dei primi abitanti. Qualche anno fa, inoltre, un articolo apparso sul Denver Post dichiarava di aver risolto l’enigma dei Moai. La chiave sarebbero stati gli elefanti! Alcune fonti raccontano infatti che l’armata del sovrano mongolo Kublai Kahn mandata a invadere il Giappone, aveva molte navi che trasportavano elefanti. Alcune di queste potrebbero aver vagato per l’Oceano Pacifico fino ad arrivare in prossimità del Sudamerica, ed è possibile che una di esse abbia raggiunto Rapa Nui.
La forza dei pachidermi avrebbe così rivestito un ruolo di primo piano nello spostamento dei Moai. Ma la supposizione è a dir poco ardita, visto che nell’isola di Pasqua non sono mai stati rinvenuti resti di pachiderma. Lo svizzero Eric von Daniken ha puntato ,invece, il dito verso il cielo. In un suo libro del 1968 sostiene che la pietra con cui sono realizzati i Moai non esisterebbe a Rapa Nui e che quindi deve esservi stata portata da civiltà extraterrestri a bordo di astronavi.
Ma lo studioso elvetico non è mai stato sull’isola, altrimenti avrebbe constatato che le statue che l’hanno resa celebre sono fatte di basalto e che molte di esse sono, come detto, ancora imprigionate nelle pareti del vulcano. Continua…
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