Addio Province, questa sera all'ARS Crocetta testa il supporto dei grillini
Se non si trattasse di rendere operativo un provvedimento promesso da anni e mai realizzato dal Parlamento per interessi trasversali, forse non saremmo entrati così nel dettaglio ma oltre alla decisione epocale, resa possibile dallo Statuto Speciale di cui gode la Sicilia, è il primo vero test per vedere se funziona davvero uno schema di governo tra la maggioranza di Crocetta ed il Movimento Cinque Stelle.
Un altro esperimento politico guardato con estrema attenzione a Roma, dove si cerca di capire nelle segreterie centrali, come si intende procedere nel passaggio di competenze dalle Province agli altri enti e cercare di ottenere indizi sulla possibilità di votare importanti riforme con i grillini, aldilà dei proclami dei leader o dei portavoce.
Una mossa a sorpresa che spiazza il PDL ma anche l’UDC, che all’ARS siede nella maggioranza di Rosario Crocetta, impegnato questa sera a far approvare dalla Giunta Regionale una riforma che preveda l’abolizione di 9 Province, sostituite da liberi consorzi intermedi.
Al momento, la spesa corrente delle province è stimata ogni anno in 700 milioni di euro, ma si cerca di capire quanto si andrebbe a risparmiare con la cancellazione degli enti provinciali, a cui spetta la manutenzione delle strade provinciali e la gestione delle scuole.
Di sicuro, i più di 350 politici che attualmente stazionano negli organi provinciali saranno i primi a dover cercare una nuova professione, mentre sarà da vedere cosa è previsto per i dipendenti delle Province di Palermo, Trapani, Caltanissetta, Agrigento, Enna, Ragusa, Siracusa, Catania e Messina.
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