Cipro si ribella alla troika e chiede aiuto alla Russia
Cipro annuncia battaglia e dopo aver bocciato il prelievo forzoso, parte all’attacco della troika che ha imposto la chiusura di tutti gli sportelli bancari e chiede un prestito alla Russia, facendo diventare un affare interno all’Unione Europea, una vera e propria questione internazionale in cui si mischiano gli interessi e gli assetti stessi della geopolitica mondiale.
Cipro ha esultato di gioia alla decisione del suo parlamento ed i cartelli più usati dalla popolazione sono quelli della Merkel con i baffetti da Hitler, mentre la cancelliera si è affrettata a dire che una soluzione va trovata a tutti i costi. Proprio sui costi di questo ennesimo salvataggio si gioca una partita che mette in crisi la politica del rigore imposta dalla Germania che ha già distrutto la Grecia ed ha messo a serio rischio le economie dei Pigs e dell’Italia.
Il rischio è concreto. La Russia ha sempre usato Cipro come uno dei principali paradisi fiscali per i suoi multi-miliardari che hanno trasformato l’URSS nell’attuale stato neocapitalistico guidato da Putin, con metodi autoritari. Il prelievo forzoso dai conti ciprioti sarebbe andato ad intaccare anche le riserve strategiche di questi magnati che si sono fatti sentire al Cremlino.
Cipro ha colto l’occasione per aprire un vero e proprio contenzioso internazionale che mette di fronte l’Unione Europea, la linea teutonica del rigore a tutti i costi della Merkel, la Banca Centrale Europea che è formalmente indipendente dai governi, i paesi del nord Europa, i paesi mediterranei che vogliono una svolta a favore dello sviluppo, la Russia e…gli Stati Uniti.
Più che parlare di “fluttuazioni” sui mercati finanziari internazionali, la questione cipriota può generare uno tsunami in grado di rallentare la crescita di Wall Street, ai massimi dal 2008 e la corsa delle borse asiatiche, rincuorate dalla svalutazione dello yen e dal basso apprezzamento dello yuan. Tutto questo scompagina gli accordi che l’Ecofin, la riunione dei ministri economici dei paesi UE, dovranno ritrattare dopo lo stop imposto dal Parlamento Europeo. Una riunione in cui la Merkel parte con tutti gli occhi puntati adosso.
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