All’orizzonte, lo scontro Renzi-Berlusconi, ma solo dopo le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica

Ci siamo, a partire da questa settimana la rincorsa di Matteo Renzi alla presidenza del PD e a quella di candidato premier del centrosinistra parte ufficialmente, con una progressiva escalation nelle dichiarazioni, nelle presenze mediatiche e delle fughe in avanti. Svincolato dalle responsabilità parlamentari, Renzi sta preparando le prossime mosse del PD da maggio a giugno, raccogliendo consensi in quella parte del PD insoddisfatta della manovra di Bersani. Nell’altro campo, per anticipare le mosse del PDL, occorre tenere sempre d’occhio i processi di Berlusconi.

Quando finirà la stagione dei legittimi impedimenti per i voti necessari all’elezione del Presidente della Repubblica e scongiurando nuovi casi di uveite, Berlusconi mirerà ad uno scudo che gli permetta di superare indenne i suoi processi, specialmente quello legato a Ruby e alla compravendita di senatori nel 2007. L’attuale Parlamento si dimostra ostile ed un ritorno immediato alle urne permetterebbe al Cavaliere di partire da una posizione di forza per evitare di finire realmente sotto processo, mentre l’inizio del nuovo processo sulla Strage di Via D’Amelio e l’ultimo grado di giudizio nei confronti di Dell’Utri, potrebbe portare a nuovi clamorosi sviluppi.

Ed il Movimento Cinque Stelle? La resa dei conti è vicina. Dopo mesi di veri e propri bavagli messi agli attivisti, i parlamentari sbottano e dopo la “fronda” siciliana, escono allo scoperto i grillini del sud che attaccano apertamente Beppe Grillo per il suo atteggiamento. I contatti tra i parlamentari a 5 stelle ed i loro elettori non si è mai arrestato, ogni giorno una buona parte della base chiede ai propri rappresentanti di passare all’azione, far partire un governo pur di cambiare le cose.

Non la pensano così i fedelissimi del comico genovese, convinti che il Parlamento possa funzionare senza un governo proveniente dalle urne. Con estrema ambiguità Grillo è passato dall’invocare la cacciata del governo Monti alla sua legittimazione, a costo di sconfessare il capogruppo al Senato Vito Crimi che tre giorni fa si è presentato al Senato da dimissionario. Le sue dimissioni sono state respinte e dal Senato è partita la contro-offensiva: Grillo deve presentarsi davanti a loro e spiegare perché i parlamentari dovrebbero rispondere a lui che non è stato eletto in Parlamento e che continua a distruggere, anche solo con un tweet, il lungo lavoro intrapreso a Roma, all’interno dei palazzi.

La mancanza di strutture logistiche e la gestione aziendale del Movimento Cinque Stelle non ha permesso uno sviluppo organico che adesso sembra sull’orlo dell’implosione, a causa delle sue contraddizioni. Ad oggi, non sono stati pubblicati i rendiconti delle spese per la campagna elettorale mentre Renzi ha colto la palla al balzo ed ha reso pubbliche le spese della sua fondazione, causando mal di pancia anche nel PD.

Quando il dissenso interno è scoppiato anche sul blog, Grillo e Casaleggio hanno dovuto usare la censura, meccanismo che il web non perdona. Grillo non è in grado di gestire una fase di costruzione e dialogo politico, la sua idea di svuotare il Parlamento per renderlo un sordo bivacco ha attirato le attenzioni di Le Pen, noto neofascista che è rimasto folgorato dalla capacità di Grillo di spaccare la politica italiana.

Grillo non ha mai avuto alcun nome per un Governo a 5 Stelle, il suo bluff è stato scoperto dai “ribelli” che vogliono inchiodarlo di fronte al suo totale disinteresse per una formazione politica in grado di cambiare le cose, relegandolo al ruolo di padre nobile. L’effetto Favia dilaga, con squadristi elettronici pronti a punire chi osa manifestare pubblico dissenso.

E nel frattempo Bersani, tra una birra ed un sigaro attende. Dopo aver spiazzato tutti ed aver incassato le presidenze di Camera e Senato con due personalità fuori dai partiti, attende che il Movimento Cinque Stelle si spacchi per poter mettere ancora una volta la sua firma anche sul prossimo Presidente della Repubblica, convinto che dall’implosione del Movimento di Grillo possa ottenere la fiducia per il suo primo governo. Contro ogni attesa.