Pochi cambi di scena e trama scontata nel teatro politico ed il pubblico rumoreggia
Gli spettatori che guardano lo spettacolo della politica italiana da fuori, appaiono confusi. Hanno preso un biglietto per qualcosa che veniva annunciato come ricco di colpi di scena, ma non riescono ancora a capire se stanno assistendo ad una commedia dalle tinte surreali o se si tratta solo della solita tragedia, banale e scontata. Non può certo essere passato inosservato, nemmeno a noi che del teatro siamo gli allestitori ed i narratori, l’assurdità del discorso politico in questi ultimi giorni, destinato nel week-end a raggiungere l’apice.
Il Movimento Cinque Stelle ha preso con un colpo di mano l’iniziativa, proponendo una Commissione Parlamentare d’emergenza per iniziare i lavori di routine, mentre tutto rimane bloccato in attesa della spartizione dei presidenti delle commissioni, feudo dei partiti che viene di prassi avviato solo dopo la formazione di un governo. Lodevole, ma in democrazia una Commissione fantoccio guidata da solo un partito non serve a nulla.
Se si fosse voluto concretamente procedere a dei lavori parlamentari, cercando di costruire realmente in Parlamento una convergenza politica su alcuni provvedimenti, il Movimento Cinque Stelle non avrebbe dovuto farsi trascinare nella lotta per la poltrona del Presidente del Consiglio, affermando con chiarezza verso quali obiettivi intendeva concentrarsi e cercando dialogo più che scontro.
D’altro canto, le due manifestazioni in arrivo nel weekend non aiutano sicuramente a migliorare il clima. Se il PD scende in piazza contro la povertà , il PDL prepara a Bari la lotta all’IMU, con due manifestazioni che hanno l’effetto del gatto che scivola lungo uno specchio. In molti si chiedono che senso ha concentrare le proprie energie verso due temi che dovrebbero vedere i partiti attivi nei palazzi, piuttosto che a caccia di conferme, dopo due mesi dalle elezioni e a quasi un mese dall’insediamento ufficiale che ha prodotto quasi nulla.
L’unico contatto è stato quello tra Bersani e Berlusconi ieri, un incontro preliminare di un’ora per sondare il terreno in vista dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, con Prodi e Letta tra i nomi forti. La settimana prossima la commissione dei saggi di Napolitano concluderà i suoi lavori e dovrà consegnare una linea guida che sarà girata al nuovo presidente, un po’ come accaduto per il dossier redatto prima del Conclave per lo scandalo Vatileaks.
La situazione è destinata a sbloccarsi solo a partire da lunedì prossimo, mentre il PD manda un segnale concreto a Renzi che continua a scalpitare. Finché Bersani non avrà concluso il suo lavoro per l’elezione del Presidente della Repubblica, nel PD non ci sono altre linee politiche da seguire. Ma alle spalle del segretario, si affilano già i coltelli per un cambio al vertice, per una nuova fase.
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