Vox populi, vox Rodotà , accolto come un Presidente a Reggio Emilia
L’occasione era una conferenza sulla laicità dello Stato, a Reggio Emilia, ma il suo discorso è stato accolto al pari di quello di un Presidente della Repubblica. L’ostacolo maggiore alla sua elezione è la provenienza della candidatura. Il PD non accetta che quel nome sia emerso dal Movimento Cinque Stelle e subisce un contrappasso di quanto accaduto nella votazione di Piero Grasso. Un candidato possibile che non va eletto per principio politico, più che per una motivazione concreta. E si assiste ad uno strano effetto, tra la piazza contro i palazzi, nonostante fossimo a soli 2 mesi dalle elezioni.
Un effetto straniante che ha portato Grillo a dire palesemente che con Rodotà al Quirinale si spianerebbe la possibilità di una fiducia iniziale per far partire un governo a guida PD, governo che poi sarà valutato passo passo dai valori parlamentari. Apertura di credito forse tardiva, che il PD guarda con estrema diffidenza viste le continue smentite fatte a possibili accordi iniziali.
Adesso anche Scelta Civica ed il PDL giocano la loro carta. Senza un nome di intesa, dopo aver bruciato definitivamente il nome di Marini, Monti e Berlusconi sbarrano la strada e inizieranno a proporre i loro nomi, oggi il primo uscito è quello dell’ex ministro Cancellieri e tutto lascia presupporre che ne usciranno altri fino alla fine.
Il nome di Rodotà è sempre stato secondo alle proposte avanzate finora dal PD. Se si mettessero da parte i veti del PD, la sua elezione sarebbe praticamente certa. Perché appoggiare la sua candidatura? Nonostante non sia prevista l’elezione diretta da parte degli italiani del Presidente della Repubblica, figura eletta dai rappresentanti appena scelti dagli italiani lo scorso febbraio, quello a cui stiamo assistendo è paradossale.
Il nome di Rodotà mette d’accordo larga parte del paese, una buona maggioranza che non riesce a ad essere espressa in questo momento in Parlamento e che manifesta in tutti i modi la sua indignazione. Come successo per i 4 referendum del giugno del 2011, si assiste ad una volontà popolare che intende trascinare la politica ma, in questo caso, non ha i mezzi per farlo.
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