La diretta della riunione PD che sancisce le dimissioni di Bersani. Sul governo decide Napolitano

Bersani si dimette ufficialmente e come Napolitano, lancia ceffoni liberi, parlando apertamente:

Ricordando che l’unico responsabile paga per gli irresponsabili che hanno trasformato un soggetto politico per il paese un gruppo che non ha un principio d’ordine, uno spazio politico, non un soggetto politico. La metafora di quello che è successo ce l’ha regalata Gherardo Colombo, lo ringrazio. Entro nel partito per stracciare la tessera, se andiamo avanti così troviamo un circolo che la tessera gliela da, avremo parlamentari che mettono su Facebook il loro disegno di legge per chiedere lumi. I nostri dirigenti hanno perso la dimensione istituzionale, non la distinguono da quella politica, ci ritroviamo in Sud America fra 20 anni! Io ho fiducia su questo partito, ammetto i miei limiti e le mie omissioni.

Dario Franceschini attacca la platea e ricorda che

Se la piazza impongono al Parlamento la loro scelta, non va bene, qualunque sia il candidato. Sono stato contestato per aver votato Napolitano e sono stato insultato, con la Rete creiamo meccanismi che sfuggono. La scelta fatta andrà gestita, sennò il partito non serve a nulla, le sezioni, Berlusconi è e rimane il nostro avversario, ma siamo ad un bivio, se usciamo da questi attacchi personali, gli italiani chiedono dopo 6 mesi di impotenza, aspettano risposte e ci facciamo carica anche dell’impopolarità di questa scelta, non spiegando, nemmeno ai nostri elettori, che votando a giugno, nessuno avrà la maggioranza al Senato, mal che vada non gliene frega niente a Berlusconi o a Grillo. Non è così complicato, manco per un non addetto ai lavori. Prendiamoci la nostra responsabilità, un sì netto al Presidente. Il nostro sistema andava bene in un sistema bipolare, non in questo tripolarismo in cui il centro è sparito