Bocciato nel 2012, i repubblicani tornano alla carica per uccidere la libertà in rete
Abbandonate ogni speranza o voi ch’entrate, la scritta che capeggiava all’ingresso dell’inferno dantesco sarà la nuova scritta con cui Google, Yahoo e Microsoft, in collaborazione con il governo USA uccideranno la libertà in Rete. Dopo l’operazione Verizon, un nuovo provvedimento minaccia realmente l’esistenza stessa della libertà di espressione, di informazione e di approvvigionamento gratuito di risorse in condivisione. Per capire la gravità di questo disegno di legge, basti pensare che la condivisione delle notizie, delle foto e dei video delle truppe americane ad Abu Grahib possono essere considerate cyber-minacce perseguibili.
Il CISPA, Cyber Intelligence Sharing and Protection Act era stato bocciato già nel 2012, insieme a SOPA e PIPA, mentre l’ACTA, bocciato a furor di popolo in Europa, permette già al governo americano di controllare i vostri dati, la vostra casella mail e tutto ciò che esiste e passa dai vostri device connessi in Rete se “beccati” a scaricare illegalmente.
Il CISPA supera persino il Patriot Act approvato da George W. Bush come reazione all’11 settembre e riprende a sua volta parte del programma del New American Century, il manifesto neo-liberista del partito repubblicano del 1999 più volte sparito e modificato nel corso degli ultimi anni, per censurare e non rendere più disponibili al grande pubblico alcune delle idee più liberticide ed anti-democratiche dai tempi del maccartismo, quando gli USA cedettero alla repressione e al controllo totale con la scusa di bloccare possibili infiltrati comunisti.
I democratici annunciano battaglia in Congresso, ma la questione ovviamente scavalca i palazzi della politica americana, esce al di fuori dei confini statunitensi e investe inevitabilmente almeno 2 miliardi di persone che hanno accesso alla Rete.
I gruppi hacker di mezzo mondo stanno organizzandosi per azioni coordinate e spettacolari in tutto il mondo, mentre il governo australiano ha appena arrestato un attivista di Lulz, proprio dove Julian Assange, fondatore di Wikileaks, partecipa con una sua formazione politica alla corsa elettorale. L’andamento delle ultime votazioni per tentare di bloccare l’uso di armi pesanti non lascia sperare nulla di buono.
Sono bastati solo 14.000 dollari da parte della lobby delle armi per acquistare il voto del senatore Turner del Texas. Potrebbe bastare molto meno per vendere la libertà online di milioni di utenti.
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