L'identikit del primo governo Letta, tra neo-DC ed esponenti dei soliti club ristretti

Enrico Letta attende oggi per il voto di fiducia alla Camera intorno alle 15:30 e domani al Senato, ma nel frattempo mette insieme una squadra di forte impronta DC e dei soliti circoli di potere, influenti e stimati. Tra questi, oltre l’Aspen Institute spicca il club Bildeberg, ma anche Opus Dei, la Compagnia del Gesù (che dopo Mario Monti ed il papa, piazza altri esponenti al Governo) e la Trilateral Commission, club che mette insieme USA, Europa e Giappone e dopo l’ex presidente della sezione europea, piazza un altro dei suo membri italiani, ovvero il neo-presidente del Consiglio, Enrico Letta.

Il posto occupato al Bildeberg  da Enrico Letta è stato quello lasciato dal defunto Padoa-Schioppa mentre la sua storica vicinanza ad Andreatta gli ha permesso di presiedere l’Ariel, Agenzia di Ricerche e Legislazione. Letta il giovane ha anche parte del l’Aspen Institute, associazione i cui interessi non si limitano solo agli USA, ma ha al suo interno partner a Berlino, Roma, Lione, Tokyo, Nuova Delhi e Bucarest e guarda da vicino le iniziative sulla leadership negli Stati Uniti, in Africa, India, e Centro America. I finanziatori? Coraggio, un poco di inventiva. A finanziare l’Aspen Institute risultano la Ford Foundation, il Rockfeller Brothers Fund e la Carnegie Foundation. Carnegie ha ispirato Walt Disney nella creazione del personaggio di Paperon de Paperoni ed è riconosciuto come uno degli uomini più ricchi di sempre, oltre che noto filantropo.

Di Angelino Alfano si sa già molto, tranne che del vero motivo per cui risulta così vicino a Berlusconi. La sua fortuna deriva dalla sua vicinanza con una non meglio identificata “centrale di informazioni” con sede ad Agrigento, in grado di fornire dossier accurati di qualsiasi nemico politico si frapponga sulla sua strada. L’ultimo della lista Rosario Crocetta, il cui dossier ad orologeria fu presentato proprio all’indomani dell’elezione a governatore della Sicilia. Non a caso, a lui è stato affidato il Ministero degli Interni.

Il ministro Cécile Kyenge, oltre ad aver attirato su di sé le ire della Lega Nord (poi vai a spiegare che non si tratta di razzismo) è in Italia dal 1983 ed è stata caldeggiata da Veltroni e Prodi, molto attivi in Africa dove svolgono compiti anche per conto dell’ONU. Vecchia conoscenza dell’ONU è anche il ministro degli Esteri Emma Bonino, nominata anche per la Presidenza della Repubblica e spesso presente ai lavori dell’Alto Commissariato per i Rifugiati, è Presidente della Commissione Europea, ideatrice della Corte Penale Internazionale e si laurea alla Bocconi con una tesi sull’autobiografia di Malcom X.

Anche il ministro delle Finanze Saccomanni è un bocconiano, come Monti e molti altri ministri del precedente governo, direttore generale della Banca d’Italia e vice sia di Mario Draghi che di Ignazio Visco. Nel suo curriculum, la collaborazione con l’FMI, la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione, il Consiglio Direttivo dell’Einaudi Institute of Economics and Finance, membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia, membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Società Italiana degli Economisti.
I e alla guida dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni che prende il posto dell’ISVAP, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private.

Il ministro del Lavoro Giovannini, già presente tra i saggi voluti da Napolitano, è il presidente dell’ISTAT dal 2009 che tiene in mano i numeri della crisi e della disoccupazione, dal 2001 fornisce i dati statistici all’OCSE,  ha fatto parte della Commissione Stiglitz istituita dal Presidente francese Sarkozy ed è stato presidente del Global Council sulla “Valutazione del progresso delle società” creato dal World Economic Forum. Inoltre, per il suo lavoro sul tema della misurazione del benessere delle società, nel 2010 ha ricevuto dal Centro Internazionale Pio Manzù la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica ed è divenuto membro del Club of Rome, terza sorella assieme a Bildeberg e Trilateral Commission di alcuni tra i più importanti ed influenti club privati al mondo.

Per il momento interrompiamo qui la lunga lista di incarichi e agganci che accomunano la squadra di governo Letta e attendiamo di vedere all’opera questi 21 ministri.