Allarme dell'INGV, l'ultimo grande terremoto è avvenuto 30 anni fa
Se non si tratta proprio di un allarme rosso, poco ci manca, quantomeno, la segnalazione dovrebbe essere presa molto sul serio dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine prima che sia troppo tardi. L’ultimo vero grande terremoto in Italia è avvenuto nel 1980 in Irpinia quando il sisma fu di 6.9 gradi della scala Ricther. Nello stesso anno da quell’emergenza nacque la Protezione Civile e molti passi in avanti sono stati fatti, ma l’esperienza de L’Aquila insegna che i controlli sul territorio e sulle costruzioni, possono salvare molte vite. In altri paesi, terremoti del settimo grado non lasciano quasi traccia, ma da noi, tutto diventa complesso e pericoloso.
Rispetto al 1980 i passi in avanti sono stati tanti, è possibile realizzare edifici in grado di non sbriciolarsi, le mappe sismiche sono state costantemente aggiornate e negli ultimi anni abbiamo “ri-scoperto” sulla nostra pelle che un terremoto può colpire su tutto il suolo italiano, comprese le regioni del nord che avevano dimenticato di stare su un territorio vivo, che cresce. L’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha reso noto come gran parte dei terremoti sono avvenuti a livello “superficiale”, ovvero intorno ai 15 km di profondità , mentre nell’Appennino Settentrionale e nel Tirreno Meridionale i terremoti nascono a quasi 600 km di profondità .
I terremoti dell’Aquila, di San Giuliano Marche e quello in Emilia Romagna sono tutti stati intorno al sesto grado, indice di un terremoto forte ma non devastante.
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