Arriva il conto dell’ingresso in Europa, 8 miliardi di euro
La notizia parte direttamente dal Financial Times e fa saltare con molta probabilità non solo la possibilità di togliere l’IMU dalla prima casa, ma renderà quantomeno necessario rinunciare agli F-35 se si vuole davvero scongiurare l’aumento dell’IVA a fine anno, dato per assodata la volontà del governo Letta di volerla rinviare di almeno tre mesi. Secondo il magazine britannico, l’Italia dovrà trovare 8 miliardi di euro di derivati per operazioni intraprese dal Tesoro sul finire degli anni novanta, lo stesso periodo in cui l’Italia metteva in ordine i propri conti per entrare nell’Unione Europea.
Nello specifico, il rapporto analizzato dal Financial Times si riferisce solo alle
transazioni e all’esposizione sul debito nella prima metà del 2012, inclusa la ristrutturazione di otto contratti derivati con banche straniere dal valore nozionale di 31,7 miliardi di euro. Il rapporto lascia fuori dettagli cruciali e non fornisce una quadro completo delle perdite potenziali dell’Italia. Ma gli esperti che lo hanno esaminato hanno detto che la ristrutturazione ha consentito al Tesoro di scaglionare i pagamenti dovuti alle banche straniere su un periodo piu’ lungo. Il guaio è che questo tempo guadagnato è stato pagato in alcuni casi, con termini più svantaggiosi per l’Italia
Si fa luce anche sull’ispezione della Guardia di Finanza in merito alle perquisizioni dello scorso aprile negli uffici di Via XX Settembre, avvenute apparentemente per le vicende legate al Monte dei Paschi di Siena. In particolare, le Fiamme Gialle avrebbero chiesto informazioni e documenti sui contratti originari in derivati a Maria Cannata, responsabile dell’Ufficio Gestione Debito del Tesoro. Solo una manciata di funzionari italiani, del passato e del presente, sono a consocenza del quadro completo”, scrive il Financial e gli esperti consultati dal quotidiano hanno confermato che si tratta di impegni sottoscritti dall’Italia negli anni ’90 e ristrutturati nel 2012. Un altra persona a conoscenza della ritrattazione di quei derivati è Mario Draghi, attualmente presidente della BCE da cui potrebbe arrivare un chiarimento in merito.
Da dove usciranno adesso questi 8 miliardi? In tutti i paesi aderenti alla UEFA sono partite indagini fiscali sulle principali società calcistiche, in Italia sono ben 41 le società messe sotto la lente di ingrandimento, si inizia a parlare di possibili ripercussioni sportive, al momento tra i club a rischio vengono indicati Bologna e Cagliari, ma siamo solo agli inizi. Se confermate le prime indiscrezioni sui motivi dell’indagine, ovvero false fatturazioni sulla compravendita dei calciatori, parte del bottino per tappare un vecchio buco dello Stato potrebbero provenire proprio dal mondo del calcio
Aggiornamento: Ecco il comunicato stampa ufficiale diramato dal Ministero delle Finanze
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