Con un attacco, possiamo battere chiunque, ultimo atto contro l'Uruguay
A guardare le cifre, i tiri in porta sono stati uguali a quelli dei campioni del mondo ma specialmente nel primo tempo, per 35 minuti buoni, l’Italia di Prandelli ha messo sotto i campioni del mondo della Spagna. Li teniamo lontani dall’area di Buffon, mentre davanti Maggio e Candreva hanno fatto ballare la difesa delle Furie Rosse. Solo un’azione di Torres ci ricorda chi abbiamo davanti, con Iniesta unico spagnolo a muoversi tra le linee. Una partita quasi perfetta.
Gilardino non è in condizione, chiude i 90 minuti regolamentari sulle ginocchia, in tre occasioni nitide Balotelli lì in mezzo avrebbe fatto molto comodo. Prandelli insiste con il modulo ad una punta che offre alcune garanzie, a patto che gli esterni arrivino in area e la punta possa muoversi lungo tutto il fronte d’attacco. In pratica, un modulo che può essere interpretato al meglio solo da Balotelli, ma che è in grado di mettere alle corde la Spagna.
Possesso palla esasperato in certi momenti, fa impressione vedere le maglie bianche italiane tenere palla per diversi minuti e la Spagna dietro la linea del gioco ad attendere l’avversario. Candreva e Maggio sulla fascia destra non finiscono di mettere nei guai Del Bosque. Il C.T. spagnolo  prova ad arginare le incursioni, ma solo con l’ingresso di Jesus Navas sulla fascia opposta, riesce ad allentare la presa. De Rossi nel secondo tempo prende il posto di Barzagli, offre quel supporto in più che serve a Bonucci e Chiellini, arrivati stremati.
Pirlo sbaglia un paio di appoggi facendo perdere palla nella nostra metà campo, ma è sempre in grado di lanciare in modo velenoso i nostri, al punto da offrire sia la possibilità del classico gioco all’italiana, fatto di catenaccio e ripartenza, scavalcando il centrocampo, sia il possesso palla sottolineato dagli applausi del pubblico brasiliano, nettamente schierato a favore dell’Italia.
Fra due giorni e mezzo l’Italia che si giocherà il terzo posto con l’Uruguay sarà pesantemente rimaneggiata, rimane la certezza che con una condizione fisica accettabile, maggiore attenzione e con gli uomini giusti, possiamo giocare alla pari con chiunque e dire pesantemente la nostra per la conquista del mondiale 2014 in Brasile.
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