Datagate, Italia e partners europei spiati nelle loro sedi, salta il mercato unico
Era stato l’accordo più importante e forse l’unico vero risultato dell’ultimo G8, adesso l’Europa con in testa la Francia e in modo meno veemente la Germania, puntano il dito contro gli USA e affermano che tra partner commerciali non ci può essere così poca fiducia e mancanza di privacy. Snowden è ancora bloccato a Mosca ma i dati che sta rilasciando pian piano alla stampa, stanno mettendo ogni giorno di più in imbarazzo l’amministrazione Obama, consegnandoci un mondo in cui gli USA si fidano solo di Nuova Zelanda, Australia e Canada, uniche nazioni non intercettate dal Datagate.
Salta anche quel sottilissimo velo di ipocrisia con cui Obama aveva giustificato la massiccia acquisizione di dati, volto a scongiurare possibili rischi di terrorismo, nonostante fosse raccolto persino il DNA dei cittadini americani e nessuna ambasciata al mondo fosse veramente libera da cimici. Molto attenzionate le linee e le stanze di Francoforte, dove siede la Banca Centrale Europea, tutti gli istituti di credito del vecchio continente e particolare attenzione alle sedi diplomatiche di Spagna, Grecia e Italia.
All’amministrazione Obama interessava sapere in anticipo lo stato di salute e di rischio dei titoli di stato dei paesi a rischio nell’Unione Europea, capire la differente politica economica rispetto alla FED e soprattutto, essere costantemente informati su tutto quello che facevano i partners europei ed i nemici, vecchi e nuovi.
C’è forte imbarazzo anche nel corpo diplomatico italiano, tra i più attivi nel cercare di mediare un accordo per la creazione di un mercato di libero scambio ed ora spiazzato dal sapere di essere uno dei paesi tenuti più sotto controllo. Da quando esistono i servizi segreti, nessuno stato al mondo rispetta realmente le norme del “galateo internazionale”, ma la subalternità di certe scelte è indubbia. Difficilmente si cercherà di spiare in maniera così invasiva le informazioni che passano nelle sedi diplomatiche USA, per evitare il deteriorarsi dei rapporti con chi, ancora oggi, è determinante nell’indirizzare le scelte globali.
Nessuno può concretamente imporre sanzioni agli USA o pensare ad azioni di “ritorsione” credibili ed efficaci, sicuramente il Datagate continuerà a rivelare al mondo l’invasività totale delle moderne tecnologie, ricordando che nessuno è al sicuro e può godere davvero di una vera privacy. Solo adesso il mondo sta scoprendo quello che ha perso l’11 settembre 2001.