L’Egitto in piazza per rimuovere il presidente Morsi
Era stato scelto tra i più moderati rappresentanti politici dei Fratelli Musulmani, adesso però anche i suoi lo hanno abbandonato e l’Egitto chiede a gran voce un cambio. Motivi politici e di fallimento economico di un presidente che non è riuscito ad invertire la tendenza che ha portato 10 milioni di persone, legate ai flussi turistici in drastico calo dalla fine del “regno” di Mubarak. Disoccupazione ai massimi e pessima gestione della crisi dei rifiuti, inchiodano Morsi alle proteste ad Alessandria ed a Il Cairo.
Nonostante il moto di protesta che ha già provocato 7 morti e numerosi feriti, l’esercito non è ancora stato schierato dal presidente egiziano, forte comunque di un’elezione regolare, la sua rimozione non sarà affatto semplice e non sarà affatto semplice. Martedì 2 luglio alle 17:00 scadrà l’ultimatum imposto dal movimento Tamarod per le dimissioni di Morsi, in modo tale da indire nuove ed immediate elezioni presidenziali.
Un monito esteso anche agli altri partiti che oggi siedono alle opposizioni ed apre un nuovo fronte di scontro politico tra i protagonisti del dopo Mubarak e la parte non politicizzata del paese, già attiva a piazza Tahrir e che chiede un suo spazio di riconoscimento, trasformando l’Egitto in un moderno stato laico.
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