Quasi sottotraccia, il gruppo FIAT mette le mani su Rizzoli-Corriere della Sera

Passata quasi sottotraccia, la crisi del gruppo editoriale Rizzoli-Corriere della Sera sembra possa rallentarsi grazie all’arrivo di capitali freschi da Torino, dalla sede Fiat, pronta a portare la testa fuori dall’Italia ma che se non riesce a piazzare macchine, prova ad allargare il suo giro di affari nel mondo dell’editoria andando a mettere le mani sul secondo gruppo della carta stampata in Italia. 

Oltre a La Stampa il gruppo della famiglia Agnelli potrebbe contare sul quotidiano di via Solferino, la mitica rosa, la Gazzetta dello Sport che ancora oggi risulta tra i più venduti quotidiani in Italia oltre che una rete di distribuzione e concessionarie pubblicitarie che possono portare la galassia Fiat a livelli di diffusione capillare mai visti prima. Nel gruppo Rizzoli-Corriere della Sera c’è anche il gruppo radiofonico di Radio 105, Virgin Radio e Radio Montecarlo.

Diventare azionista di maggioranza con poco più del 20% schiude le porte ad una galassia in cui viene editata in Spagna El Mundo, Marca e Esxpansiòn, i primi tre quotidiani spagnoli a cui si sommano le relative versioni online, ha partecipazioni editoriali in Cina, Portogallo, Regno Unito, USA e le stime di febbraio danno al gruppo Rizzoli il 18% del mercato editoriale italiano.

Altro assett estremamente interessante per i conti della famiglia Agnelli-Elkann sono le concessionarie pubblicitarie di RCS Mediagroup, in grado di pompare soldi nell’enorme sistema che conta anche Il Sole 24 Ore più tutta una serie di periodici per tutti i gusti. John Elkann ha telefonato al Presidente della Repubblica per informarlo del passo intrapreso, una formalità dietro cui si cela la necessità da parte dell’Antitrust di verificare cosa sta per nascere.

Rcs Mediagroup con Fiat è già uno dei tre grandi poli dell’editoria italiana, assieme a Mondadori-Mediaset e Repubblica-L’Espresso-Feltrinelli di Carlo De Benedetti. Un’ulteriore concentrazione di potere su editori “non puri”, ovvero con interessi in altri campi, difficilmente potrà migliorare la qualità media dell’informazione, in un mondo dove l’economia è riuscita a piegare la politica e la libertà di informazione, segue a ruota chi detiene le chiavi della stanza dei bottoni.