Assad parla della crisi siriana. Ecco l’intervista integrale di Monica Maggioni

Ascoltare più punti di vista su una vicenda è il modo migliore per formarsi un’opinione completa a riguardo. L’occasione giunge il 29 settembre, quando Rainews24 confeziona un’intervista esclusiva al presidente siriano Bashar Al-Assad per cercare di capire non solo la versione del presidente siriano sulla crisi nel suo paese, ma per cercare di far capire cosa è la Siria oggi. Assad non si risparmia, si definisce un comandante che non abbandona la nave in tempesta ma che è pronto ad un percorso di riforme e a passare di mano il comando, non ricandidandosi, se e solo se il paese non avrà più bisogno di lui. Uno spaccato di un paese che chiede aiuto nella lotta ad Al Qaeda e non ha timore a indicare gli USA come uno dei principali responsabili dell’isolamento siriano, a causa della stretta alleanza con l’Iran. Rimprovera anche l’Unione Europea, troppo succube dell’alleato americano per presentare proposte di pace credibili, al punto da rendere noto al mondo come diversi funzionari europei, con colloqui privati, avrebbero sposato la linea di apertura del governo di Damasco, ma non possono rendere pubblico il sostegno per timore dell’alleato atlantico.

C’è anche un pensiero per le comunità cristiane, colpite come tutte le minoranze in momenti di forte scontro interno, scontro che è avvenuto secondo Assad nei limiti definiti dalla costituzione, come avvenuto nel 1995 quando gli USA usarono l’esercito a Los Angeles per calmare una sommossa, anche se con un uso diverso della forza. Ribadisce l’illogicità dell’uso di armi chimiche a Damasco, citando indirettamente anche la nostra analisi del 22 agosto scorso, analisi che riproporremmo in uno “Speciale Siria” presto acquistabile sul sito.

Assad parla da leader pronto a collaborare con gli USA, disposto a far uscire il suo paese dall’isolamento e fiducioso del fatto che l’apertura dell’Iran possa facilitare il processo di pacificazione e normalizzazione del paese.