Recensione Film: Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato
Dopo il sensazionale successo ottenuto grazie alla trilogia de “Il Signore degli Anelli”, Peter Jackson abbraccia nuovamente Tolkien e, stavolta, decide di provare a raccontare “Lo Hobbit”. Alcune vecchie e leggendarie conferme nel cast (come l’eccelso Ian McKellen) arricchiscono un organico pieno di nomi tanto insapettati quanto azzeccati quali Martin Freeman, James Nesbitt, Richard Armitage e tanti altri. In poche parole, si comincia con una seconda trilogia che, si spera, possa affascinare spettatori di tutte le età analogamente alla prima.
Bilbo Baggins raccontò a Frodo tutta la verità sulle sue avventure ma, forse, tralsciò qualche dettaglio … Era ancora un giovane e spensierato Hobbit, quando Gandalf Il Grigio bussò alla sua porta. Lo stregone si limitò a segnare la porta dell’ignaro protagonista e, senza poter nemmeno avere il tempo di controbattere, il povero Bilbo si trovò la casa invasa da un Gruppo di 13 nani agguerriti e un po’ “rudi”, capeggiati dal forte e burbero Thorin Scudodiquercia. In men che non si dica, il giovane Hobbit venne arruolato in qualità di scassinatore da Gandalf e dai suoi amici, per poter riconquistare il regno perduto dei nani, rimasto ormai da troppo tempo nelle mani del temuto e feroce Smaug. Quest’ultimo, altro non era che un potente drago che scaccio le popolazioni naniche dalle loro terre, per impossessarsi delle immense ricchezze accumulate nei secoli dai sovrani della loro razza.
Non sarà un lavoro semplice per Peter Jackson. Per quanto “Lo Hobbit” possa essere suggestivo ed evocativo, non offirà mai al regista gli stessi spunti proposti da “Il Signore degli Anelli”. Infatti, mentre il secondo volume è ricco di dettagli minuziosi, una trama ricchissima e innumerevoli vicende tali da poterci ricavare tre film, il primo è un tomo molto più piccolo, meno descrittivo e provvisto di una trama semplice e lineare. Sarà difficile riuscire ad “allungare il sugo” per riempire la nuova trilogia annunciata senza alterare i contenuti dell’opera. Tuttavia, Jackson è un maestro nel suo campo e, sicuramente, troverà una soluzione anche a questo impiccio.
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