Medvev scarica Assad, mentre in Egitto è emergenza
Alla fine, più che un passo indietro, anche la Russia cerca di fare un passo di lato nel balletto internazionale che quota a lasciare la Siria in balia di sé stessa.
In un’intervista concessa alla Cnn Medvev conferma che le riforme politiche richieste non sono arrivate e il caos creato da Assad non permette più alla Russia di sostenere la Siria nella sua politica. Sarebbe bastato far entrare nel governo le componenti moderate dell’opposizione, ma si è scelta la linea dura, in grado di isolare Assad.
Al tempo stesso, precisa il presidente russo, non spetta a nessun paese, USA compresi, intromettersi in questioni politiche interne, pur che sanguinose che fossero. In pochi però hanno notato come il governo russo abbia evacuato i suoi cittadini da tutta l’area, dalla Siria fino al Libano e la Palestina.
Questioni interne che lentamente, a due anni dalla rivoluzione egiziana, rischiano di far crollare il governo Morsi, costretto a dichiarare lo stato d’emergenza per le città che si affacciano sul canale di Suez, in rivolta per le decisioni derivanti ultras sportivi ma che, inevitabilmente, è degenerata in gravi scontri con centinaia di feriti.
E se la periferia rumoreggia, anche i Fratelli Musulmani iniziamo a considerare Morsi troppo debole e temono che l’esercito possa scegliere un uomo forte prima della trasformazione della costituzione egiziana.
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