Recensione Film: Pinocchio
Enzo D’Alò porta sul grande schermo l’ennesimo adattamento cinematografico di una delle fiabe più classiche, che vede come protagonista il burattino più simpatico e amato di tutti i tempi: Pinocchio. L’impresa non è stata facile. Tale progetto era in cantiere già dal duemila ma, finalmente, l’opera ha visto la luce.
La meravigliose vicende di Pinocchio le conosciamo tutti. Tuttavia, va segnalata un’innovativa quanto interessante indagine su Geppetto; un personaggio apparentemente secondario che, secondo la visione di D’Alò, costituisce il cardine fondamentale di tutta la storia e rappresenta uno dei personaggi più magici e complessi della fiaba.
Il film, infatti, inizia proprio con lui in giovanissima età . Un bambino pieno di fantasia, sogni e speranze che, nonostante il trascorrere del tempo, lo hanno sempre accompagnato fino alla veneranda età corrispondente all’immaginario di coloro che conoscono questo bellissimo racconto. E sono proprio queste sue intramontabili caratteristiche, questo suo vedere il mondo con gli occhi ingenui di un bambino, che guarda al di la delle apparenze e coglie ancora la magia del mondo, a permettergli di trasformare un ceppo malmesso accolto in casa nel burattino dei suoi sogni.
La colonna sonora è meravigliosa. Composta da Lucio Dalla in persona il quale, purtroppo, ci ha lasciati prima di vedere il completamento dell’opera a cui aveva tanto felicemente contribuito. Ogni brano è un miscuglio dei generi più distanti e disparati che, tuttavia, si combinano in una precisa e puntuale amalgama orecchiabile e bellissima.
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