Fermi tutti, qualcuno vuole distogliere l'attenzione per creare la Terza Repubblica
Ieri abbiamo assistito a 24 ore molto concitate in cui sembrava che le intercettazioni tra il capo dello Stato e l’ex ministro degli Interni Nicola Mancino, fossero state pubblicate dal settimanale Panorama. Dopo la prima rassegna stampa al mattino, si è capito subito che non si trattava dello scoop dell’anno, ma di una sporca, torbida, manovra politica che sembra ripestare nel fango.
La macchina del fango messa in piedi dalla rivista del gruppo Mondadori (su cui pende una multa milionaria che ha costretto il Cavaliere a svuotare le casse delle sue altre società , tra cui il Milan) prepara il ritorno di Silvio Berlusconi in pista. Con un’enorme pastone fatto delle dichiarazioni raccolte attorno alle intercettazioni, Panorama teorizza “un disegno politico giustizialista volto ad attaccare persino il Presidente della Repubblica”. Quindi, occorre limitare le intercettazioni, evitare di ricattare il Presidente della Repubblica e riprendere il discorso interrotto in Parlamento.
Dall’altro lato, si è scatenata una vera e propria guerra da parte dei giornalisti, che nel silenzio assordante dell’Ordine Nazionale (che oggi si occupa di Beppe Grillo, come se non fosse successo niente ndr) chiedono al direttore di Panorama di pubblicare le proprie fonti, coperte, per regolamento,  da qualsiasi forma di indagine, persino se partisse dal Presidente della Repubblica. Dall’altra, quando Giorgio Mulé, siciliano direttore di Panorama,  sembra sapere dell’inconsistenza delle sue “fonti”, tanto più quando la domanda arriva direttamente dal pm Antonio Ingroia, protagonista della vicenda, a conoscenza del contenuto delle discussioni e, da poco più di un mese, esso stesso giornalista registrato all’Ordine.
Attacco alla destra? Per niente, è da un mese che le grandi firme tanto care al centro-sinistra si scatenano dalle colonne di Repubblica e de Il Fatto Quotidiano dividendosi tra chi sostiene la Procura di Palermo nel seguire con ogni mezzo la verità sulle stragi del 1992 (e la trama politica che si celava dietro) e chi invece sostiene che in nessun modo il Presidente della Repubblica possa essere intercettato. Nonostante il tentativo di Ezio Mauro di richiamare l’attenzione, in Italia si sta scatenando un vero e proprio caos, politico e mediatico, atto a screditare i partiti, la magistratura e tutte le forme di istituzione oggi esistenti. Come in un capitolo di Batman di Christopher Nolan, si cerca di seminare il caos  per preparare qualcos’altro, per presentare qualcuno che porti l’Italia nella Terza Repubblica. Ultima chicca. Massimo D’Alema, presidente del Copasir, ovvero dell’organo di collegamento tra i servizi segreti ed il Parlamento, dichiara tranquillamente come ci siano rischi di destabilizzazione delle istituzioni ma al momento di indicare “il mandante” cerca di non farsi strappare il nome di bocca, evitando abilmente le domande di chi lo ha intervistato. Pronti alle prossime “sorprese” elettorali?
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