Terremoto di ottobre, è arrivato più a nord del previsto
Lo avevamo scritto qualche giorno fa in merito alla sentenza shock di qualche giorno fa riguardo gli esperti che nel caso del terremoto dell’Aquila avevano invitato le persone a rientrare nelle loro case perché il pericolo non era imminente. Puntuale come l’ennesimo rapporto della Commissione grandi rischi, questa notte è arrivata una scossa di magnitudo 5.2 a scuotere la Calabria e parte della Campania. La zona più colpita è quella del Pollino, dove si temono danni ingenti. La cosa su cui riflettere, è che l’allarme per un sisma nel sud Italia girava da tempo ed era stato divulgato mesi fa.
Come è possibile tutto questo? I terremoti possono essere previsti? Purtroppo, non è possibile prevedere terremoti con certezza matematica ma possono essere previsti alcuni movimenti con precisione statistica, soggetta a determinate regole.
La cosa più sconvolgente, è l’esistenza di un metodo, tutto italiano, che incrocia non solo i dati storici della pressione delle faglie in base al quale è possibile stimare dove è più probabile che arriverà un terremoto, ma è possibile incrociare i dati dei gas sprigionati nella zona ad altri dati, inerenti alle anomalie elettromagnetiche presenti nella ionosfera e misurate da Haarp, uno strumento liberamente consultabile a questo sito.
Quando nella ionosfera sono presenti anomalie apprezzabili da grafici come questi:
si possono incrociare i dati della ionosfera con i dati del meteo che dimostrano come forti immissioni di elettricità nell’aria accadono a ridosso di perturbazioni che si creano in loco o che vengono “attirate” dall’energia sprigionata dai terremoti:
Esiste poi un’altra tradizione, esoterica, che affonda le proprie radici nell’alchimia e si basa sulle influenze dei pianeti nei periodi delle stagioni di mezzo, ovvero la primavera e l’autunno. A causa della posizione della Terra rispetto al Sole e agli altri pianeti, in particolar modo Marte, Saturno e Mercurio.
In epoca moderna, uno studioso italiano, Raffaele Bendandi, provò a dimostrare le basi scientifiche di questa tradizione arrivando ad una teoria precisa che però non poteva essere attuata con estrema precisione a causa delle vaste aree che sarebbero potute essere investite da terremoti.
Per la precisione, Bendandi aveva osservato l’effetto gravitazionale che la Luna ed altri pianeti esercitano sulla Terra in determinati periodi. Analizzando i punti in cui la crosta terrestre è soggetta a movimenti tellurici e confrontando i dati storici in base ai quali calcolare la potenza immagazzinata nelle rocce, è possibile dare una stima precisa del luogo e del periodo, persino del giorno in alcuni casi, di un terremoto.
La teoria è nota ad alcuni appassionati di geologia “alternativa” e può essere cercata in Rete. Di sicuro, come avevamo detto qualche giorno fa, la commissione grandi rischi era a conoscenza di una possibile scossa nel Sud Italia e da domani, oltre a salvare vite umane e a difendere i propri scienziati in tribunale, sarà il caso che qualcuno si faccia avanti a spiegare cosa è attualmente noto alla scienza e quali strumenti sono stati presi in considerazione.
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