Recensione Film: Un Mostro a Parigi
Il regista di “La strada per El Dorado” e “Shark Tale”, il francese Bibo Bergeron, si cimenta nel suo nuovo film di animazione (dedicato al padre). Siamo nella Parigi dei primi del ‘900, Emile e Raul devono fare una consegna ad uno scienziato, che avendo necessità di partire, lascia il laboratorio nelle mani della sua scimmia-assistente. Approfittando della sua assenza, Raul comincia a curiosare tra le provette del professore e per sbaglio causa un esplosione chimica, da cui prenderà vita il mostro che scatenerà il panico tra gli abitanti di Parigi. Questo, in realtà, altro non è che una pulce gigante dall’animo buono e dalla voce meravigliosa, che cercherà rifugio nel locale della bella Lucille, amica d’infanzia di Raul. La giovane cantante, inizialmente spaventata dal mostro, finirà per accoglierlo e chiamarlo Francoeur (ovvero “cuore onesto”) e, dopo averlo travestito per tentare di dargli sembianze umane, lo farà esibire con lei sul palco. Così inizia l’avventura di Lucille, Emile e Raul che tenteranno a tutti i costi di salvare Francoeur dalle grinfie del prefetto Maynott, aspirante sindaco della città e pretendente di Lucille.
La trama forse un po’ scarna, viene arricchita dalle meravigliose canzoni che si mescolano perfettamente all’interno del film. Le voci dei due protagonisti sono date da Vanessa Paradis e da Mathieu Chedid (nella versione italiana da Raf e Arisa), nonché autore delle canzoni. Gad Elmaleh, François Cluzet e Ludivine Sagnier sono i doppiatori dei restanti personaggi. Bibo Bergeron ci regala, attraverso le suggestive ambientazioni (punto di forza del film), quello che sembra quasi essere un inno a Parigi e ci porta a fare un tuffo nella Belle Epoque. Novanta minuti di spensieratezza e divertimento che appassioneranno grandi e piccini.
Recensione a cura di Alessia D’Angelo.