La CO2 negli oceani inizia a sciogliere le conchiglie, raggiunto il punto di non ritorno
Un nuovo dato proveniente dalle profondità dell’Oceano Antartico rischia di sconvolgere tutte le nostre sicurezze sulla vita marina, con risultati che possono determinare non solo le nostre conoscenze sullo sviluppo della vita negli oceani, ma potrebbero presto interagire con il nostro rapporto con il mare.
Pare infatti che il progressivo aumento della CO2 nell’aria stia avendo degli effetti consistenti sulla microfauna marina, al punto che nell’Oceano Antartico, i molluschi non riescano più a sintetizzare le sostanze che permettono la creazione di un guscio protettivo. A seguire questo destino, sembrano essere altre creature come ricci e piccole vongole.
Gli oceani, oltre ad essere stati la base della vita sulla terra, sono tra i più grandi contenitori di CO2 del pianeta, al punto che un aumento della temperatura media terrestre di sei gradi farebbe sciogliere tutta la CO2 contenuta negli oceani, trasformando il pianeta in una sorta di “cugina” di Venere, il pianeta dove l’effetto serra soffoca ogni forma di vita.
Il risultato inatteso è che questo deposito di CO2 stia iniziando ad interagire con la vita presente negli oceani. Dato che l’acqua dell’Oceano Antartico non si mescola con le altre ma porta le masse d’acqua fredda in giro per tutto il pianeta, l’acidificazione delle acque più produttive del pianeta possono generare un “Effetto Farfalla” in grado di cambiare la vita sul pianeta Terra.
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