Global Trends, confrontiamo il rapporto dell’intelligence americana per il 2015

Ogni 5 anni l’agenzia americana della National Intelligence Council, una delle varie agenzie di sicurezza statunitensi, redige un rapporto completo su come il mondo potrebbe cambiare in funzione di una serie di considerazioni provenienti dalle varie agenzie di sicurezza statunitensi. Quest’anno è uscito il profilo in vista del 2030, ma dato che il rapporto per il 2010 non è più accessibile, vogliamo analizzare quello per il 2015, per cercare di capire fino a che punto questo strumento possa essere veritiero ed utile.

Cominciamo con una nota tecnica. Questo rapporto per il 2015 è stato redatto nel 2000 e non tiene conto di quanto accaduto nel 2001, quando il mondo fu sconvolto dall’attentato delle Torri Gemelle. Nonostante questo, ecco una serie di punti interessanti da notare.

Per il 2015 era già stato previsto come non ci potesse essere una sola guida nelle decisioni a livello mondiale, ma i paesi guida avranno un impatto diverso sui vari continenti in cui i loro interessi operano. In molti casi, gli interessi dei paesi guida non saranno necessariamente in contrasto, ma potranno esserci convergenze significanti.

La stima per la popolazione mondiale per il 2015 è quantificata in 7,2 miliardi di persone, in linea con quanto ci si aspetta realmente nel 2015, dovuta alla crescita demografica dei paesi emergenti. Altra considerazione importante, l’abbassamento delle nascite e il miglioramento della qualità della vita, avrebbero ridotto sensibilmente la forza lavoro, peggiorato i patti sociali e crolli della forza lavoro, influenzando la stabilità politica e la crescita economica dei paesi sviluppati.

La crescita delle risorse alimentari sarà adeguata alla crescita della popolazione mondiale ma si assisterà ad una cronica mancanza di cibo nelle regioni sub-sahariane, con un aumento del 50% della domanda mondiale di energia dal 2000 al 2015. Secondo la stessa stima, ben l’80% delle riserve petrolifere e il 95% di quelle di gas sono al sicuro sottoterra ed aspettano di essere ancora utilizzate.

Le risorse petrolifere saranno concentrate nelle aree già note, dal Golfo Persico alle regioni del Mar Caspio, La scarsità d’acqua diventa invece un problema centrale per il Nord della Cina, il Medio Oriente, le regioni sub sahariane e l’Asia meridionale. Dal punto di vista tecnologico, era già stata prevista la fusione delle tecnologie tra di loro oltre che un maggiore apporto di scienze diverse tra di loro. A tal proposito, la biotecnologia è stata identificata nel 2000 come la principale responsabile del miglioramento della qualità della vita.

Sempre nel 2000 si segnalava come terroristi e crimine organizzato avrebbero preso enormi vantaggi dall’aumento delle velocità delle informazioni e avrebbero incrementato esponenzialmente le loro attività minacciando la sicurezza nel mondo. La globalizzazione, già ai suoi esordi, viene segnalata come rapida, marcata da estrema volatilità finanziaria ed enormi divisioni economiche che si acuiscono.

Altra previsione rispettata riguarda la progressiva perdita di importanza degli stati nazionali che dovranno interfacciarsi sempre di più cono agenzie non governative e garantire politiche sociali di ampio respiro per evitare future crisi interne. I governi che non dovessero accettare questa sfida e non capire la globalizzazione, come è successo con l’Italia, dovranno fronteggiare conflitti interni che acuiranno le disparità economiche.

Dal punto di vista militare, le nanotecnologie e l’uso di armi biochimiche viene dato come una forte probabilità, anche da soggetti non legati ad uno stato e per questo facenti parte di organizzazioni fluide e difficili da rintracciare, con connessioni più strette tra i vari tipi di organizzazioni, sia criminali che terroristiche.

Già nel 2000 si sapeva che gli USA avrebbero subito un progressivo crollo economico, mentre per il Medio Oriente si prevedeva il crollo dei regimi a causa della diffusione del Web ed un sostanziale miglioramento delle condizioni economiche generali.

Per la Cina invece si prevedeva un ingresso nel WTO ed un cambio di politica interna per rendere la crescita accessibile a maggiori strati della popolazione. mentre per l’India del 2015 lo sviluppo passa per lo smantellamento del sistema di caste, ancora forte in un paese da un miliardo e 200 milioni di persone, mentre le politiche nazionali si dovevano adeguare rapidamente e diventare più trasparenti e accessibili a tutti.

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