Recensione Film: The Flight

Robert Zemeckis, dopo un lungo periodo di pausa, ritorna con un dramma carico di introspezione, vizi e miracoli. Con “Flight”, il regista consacra un lavoro di tutto rispetto, tutt’altro che di semplice fattura. Prodotto negli USA, questo lavoro mostra Denzel Washington come un protagonista assoluto e affiancato da un cast molto unito.

Whip Whitaker è un esperto pilota vittima di molti vizi, in primis, dell’alcool. A causa di un guasto meccanico avvenuto durante uno dei suoi voli di linea, egli si vede costretto a tentare un atterraggio di fortuna attuando una manovra rischiosa e di quasi certa impossibilità di riuscita. Contrariamente alle aspettative del suo pignolo coopilota, Whip riesce a concludere l’atterraggio, salvando ben novantasei persone, a discapito di sei. Per via della storica impresa, ritenuta dai più impossibile, il pilota diventa un vero e proprio eroe nazionale, elogiato dai media in tutti gli USA. Purtroppo, con la celebrità, arrivano anche i problemi. Purtroppo, le indagini successive alla catastrofe scampata, oltre a confermare il guasto meccanico indipendente dalla volontà di Whip, rivelano al mondo intero anche il suo problema con l’alcool. Comincia così una serie di eventi e di problematiche che distruggerà psicologicamente il povero Whitaker, che si vedrà costretto ad intraprendere un’altra impresa impossibile per riabilitarsi interiormente e socialmente: smettere di bere.

Zemeckis non si lascia sfuggire nemmeno un’occasione per ricorrere al tema del “tempo”, sempre presente all’interno delle sue opere. Dopotutto, cos’è il tempo se non una evanescente e relativa dimensione, la quale si contorce, si deforma, a seconda delle interazioni percettive che si hanno con essa? E allo stesso modo, in “Flight”, esso è così squisitamente scostante e impalpabile da risultare quasi crudele. Ciò, in primis, si evince dalla sfortunata storia del protagonista che, quando sembra aver trovato finalmente un equilibrio, seppur precario, nella sua vita di eccessi, si vede subito precipitare (letteralmente stavolta) , in una situazione totalmente diversa da quella a cui, a fatica, si era abituato, vedendosi così costretto a rianalizzare le sue priorità e riprendere le redini della sua esistenza.