Recensione Film: Lincoln
Steven Spielberg realizza un lavoro ben visto dalla critica ma, purtroppo, non dallo spettatore medio. Si tratta della biografia storico – drammatica di una delle figure più rappresentative degli Stati Uniti d’America di tutti i tempi: Abraham Lincoln. Un cast corposo e d’eccezione, in cui spiccano i nomi di ben tre premi Oscar. In ordine di ruolo Daniel Day Lewis, Sally Field e Tommy Lee Jones.
In quest’opera, come già scritto in precedenza, vengono riportate le vicende del sedicesimo presidente americano Abraham Lincoln, nei suoi ultimi quattro mesi di presidenza. Inizialmente impotente dinnanzi ad una guerra civile senza precedenti tra gli Stati Uniti d’America e gli Stati Confederati d’America (ricordiamo che quest’ultima aggregazione è nata come risposta all’elezione di Lincoln), il presidente comprende che l’unico modo per fare cessare le ostilità è una riforma che spinga le masse a cambiare modo di pensare e buttarsi alle spalle pregiudizi e riserve.
Così, elabora il “Tredicesimo Emendamento”, che garantirebbe l’abolizione permanente della schiavitù in tutta l’America civilizzata. Tuttavia, ci sono molti parlamentari da convincere, e così comincia una vera e propria caccia ai voti, per ottenere i quali, Abraham darà tutto se stesso e ripulirà le menti dei politici da odio e razzismo. Una battaglia ardua, in cui il protagonista sembra andare persino contro il volere di Dio.
Il film è un capolavoro che offre un quadro storico completo, dettagliato e preciso, non tuttavia privo di piccole (seppur irrilevanti) incoerenze. Ciò non toglia tuttavia, che si tratti di un’opera maestosa e ben riuscita, che merita pienamente la sua candidatura ad 8 premi Oscar.
Magistrale interpretazione di Daniel Day Lewis, calatosi perfettamente nei panni di Lincoln e affiancato da una altrettanto impeccabile Sally Field che ha interpretato il ruolo della moglie del presidente. Terzo, ma non per bravura ed importanza, Tommy Lee Jones che, a detta dei più, ha regalato al cinema una delle sue migliori interpretazioni con l’interpretazione del brillante politico Thaddeus Stevens.
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