Si ripete il rito più sacro per gli indù, 30 milioni in bagno nel Gange
Paragonabile solo al pellegrinaggio in Terra Santa o a Roma per i cristiani, alla Pasqua ebraica o al pellegrinaggio a La Mecca o a Medina per gli islamici, si è ripetuto oggi a distanza di 12 anni uno dei riti più sacri per la religione indù, il Kumbh Mela, aperto a tutte le caste ed in grado di creare per due settimane una delle città più grandi al mondo.
La Maha Kumbh Mela (“Grande” Kumbh Mela) si celebra ad Allahabad dopo 4 Purna Kumbh Mela (e di conseguenza dopo 12 anni). Alla Maha Kumbh Mela del 2001, parteciparono circa 60 milioni di persone, rendendo il rito il più grande raduno mai svolto nel mondo.
Cosa porta così tante persone su questo luogo?
E’ convinzione dei praticanti che un bagno nel sacro fiume del Gange, alla confluenza dei due maggiori affluenti, possa lavare qualsiasi forma di peccato. Più del rito in sé, praticato totalmente nudi o con un lenzuolo bianco, il Khumb Mela è l’occasione in cui le caste entrano in contatto tra loro e persone provenienti da tutte le parti del mondo, anche fuori dal “continente” indiano.
Per l’occasione il governo indiano è chiamato ad uno sforzo titanico che si ritrova a gestire un accampamento temporaneo, dotato di energia elettrica, sistema fognario e gestione dell’ordine pubblico della più grande città esistente sul pianeta Terra da “montare” e smontare in pochi mesi.
Si è a diretto contatto con guru, tribù e santoni che hanno cercato nell’ascesi il loro obiettivo vitale, arrivando a non spostarsi da anni da una posizione, a lasciar crescere capelli o unghie, arrivare ad una tale conoscenza dello yoga e di tutte le arti orientali in grado di mostrare in questa occasione, tutte i loro risultati più incredibili.
Accanto ai grandi guru ci sono poi i volti delle famiglie, degli uomini e delle donne comuni che raggiungono questi luoghi da tutte le parti del mondo, anche appartenenti ad altre religioni. Il bagno nel Gange infatti non è riservato solo agli appartenenti ad una religione o ad una sua “corrente”, ma è aperto a chiunque vi si approcci nello giusto spirito.
A tal riguardo, ecco il punto di vista del grande regista italiano, Michelangelo Antonioni, su questo evento che oggi si ripete:
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