Recensione Film: Upside down
Juan Diego Solanas porta nelle grandi sale un film che è pura poesia. Prodotto in Canada, “Upside Down” è un dramma che trasforma la fantascienza in magia narrativa dell’animo umano. Esistono due mondi, sovrapporti, dalle opposte gravità. Essi sono separati da pochissime centinaia di metri. Il mondo del nord, ricco e padrone, affama e disprezza quello del sud, fatto da gente povera che, a fatica, è ritenuta civile. Le due parti si disprezzano ed ogni contatto tra le realtà è impedito da severe leggi e pesanti punizioni. Tuttavia, un giovane di nome Adam, cambierà la situazione. Da sempre ossessionato da Eve, una ragazza appartenente al mondo benestante conosciuta in passato, lui, che vive nel mondo del sud, farà di tutto per rivederla e costruire un futuro con lei, sfidando due universi interi.
Il film è ricco di effetti speciali meravigliosi e molto realistici. Una regia precisa, quasi puntigliosa, accresce il valore di un’opera che, come detto in precedenza, è pura poesia. Lo spirito del romanticismo che racchiude in se il conflitto tra ragione e sentimento, tra buon costume e amore, tra ciò che è scritto e ciò che è giusto, prende corpo in Adam, un giovane ragazzo che non riuscirà a rinnegare se stesso e la sua libertà di vivere e amare in favore di un’esistenza vuota e incompleta.
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