Recensione Film: La Frode
Un film di Nicolas Jarecky che, attraverso un thriller molto ben costruito, vuole ricordare al pubblico delle grandi sale che non sono i soldi a comprare la felicità. E, per far ciò, si serve di un cast eccellente. Richard Gere, impeccabile protagonista supportato dalle puntuali Brit Marling e Susan Sarandon e in stretto contatto con una formidabile Laetitia Casta, vede in uno spettacolare e curioso Tim Roth il suo antagonista. Il film, prodotto negli Usa, costituisce, a detta di molti, il film più rappresentativo del 2013 fino ad ora.
Robert Miller, brillante magnate miliardario, è riuscito a conciliare nella sua vita le tre cose che la società in cui viviamo ci insegna ad amare di più: soldi, potere e famiglia. Egli riesce a dedicare del tempo ad ogni aspetto della sua vita; al lavoro, alla moglie, alla figlia, alla quasi dovuta amante (ogni uomo di potere che si rispetti non può non avere un’amante) e alla frode.
Purtroppo, questo suo piccolo paradiso terrestre all’insegna dell’illegalità e dell’adulterio non è destinato a durare. Per sua sfortuna, tutte le truffe (o quasi) che ha commesso rischiano di venire a galla. In breve, egli Miller si vede costretto a vendere l’intero suo impero ad una banca prima che si scoprano tutti gli illeciti sui quali esso è stato edificato. Oltre all’accusa di frode, se ne aggiunge anche una seconda di omicidio a causa di un brutale incidente e, come se non bastasse, tale episodio incuriosisce il detective del dipartimento di polizia di New York Michael Bryer, il quale gli terrà costantemente il fiato sul collo.
Al di la del magistrale binomio Richard Gere/Tim Roth, il cast non rappresenta l’unica eccellenza di quest’opera. Jareky, col suo “cinema della morale”, presenta una regia volta alla perfezione, che fa da contorno ad una trama molto ben strutturata.
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