La maledizione del team Six, lo spettro di Osama aleggia ancora
Non esiste per un islamico osservante un’offesa più grave di quella dell’occultamento coatto in mare. Anche se ti chiami Osama Bin Laden e dopo essere nato in una ricca famiglia saudita, ti sei convertito al jidahismo, con i soldi degli americani hai combattuto i comunisti in Afghanistan ed anni dopo hai creato un network terroristico a cui sono stati attribuiti i peggiori attentati della storia negli USA, in Spagna, in Gran Bretagna, in India, Egitto, Iraq, Kenya, Nigeria, Yemen, Somalia, creando una serie di stati islamici nel corno d’Africa e gettando nel caos paesi come Nigeria e Sudan.
Per lui era stata scomodata dal Pentagono una sezione apposita, il meglio dei Navy Seals, i corpi speciali americani voluti da Kennedy in grado di svolgere i compiti più complessi e segreti. Di questo corpo d’armata si è saputo soltanto che nel giro di soli 40 minuti sono atterrati nel nord del Pakistan, hanno bonificato l’area ed hanno ucciso Osama Bin Laden.
In 25 hanno assistito ai funerali, celebrati in mare dove il corpo è stato gettato, per evitare che attorno alle spoglie mortali di Bin Laden nascesse un mausoleo. La damnatio memoriae, come la chiamavano i romani, doveva colpire Osama e chiunque si fosse rivolto a lui. Ma l’atto più blasfemo sembra aver generato una maledizione sopra i 25 uomini del Team Six. In 22 da quel giorno, sono morti. Gran parte di loro è morta nell’agosto dello stesso anno, per un incidente in elicottero ad Abbottabad, almeno stando alle cronache ufficiali.
Prima di Pasqua, un altro soldato scelto è morto a causa di un incidente durante un volo in paracadute, mentre l’uomo che fisicamente ha ucciso lo sceicco del terrore è stato schiacciato dallo stress, fantasmi che lo hanno portato a dimettersi dopo 16 dei 20 anni necessari per maturare una pensione all’interno del corpo militare scelto.
Solo uno ha avuto un destino migliore, si tratta di Matt Bissonette sotto lo pseudonimo di Mark Owen aveva scritto un libro su quell’operazione militare che ha segnato la storia del Team Six e ha condannato tutti ad un destino crudele. Dopo l’uscita del libro No Easy Day che ha ispirato il film Zero Dark Thirty è stato espulso con disonore dal team Six dei Navy Seals, precipitando dall’Olimpo alle polveri.
Chissà cosa ne pensa l’agente che fisicamente mandò l’informazione decisiva. Attiva nella CIA prima del 2001, è merito di una 30enne definita piuttosto “ruvida” per i suoi modi spicci se Osama Bin Laden è stato trovato. Per lei, una pacca sulla spalla, mentre la maledizione di Bin Laden si è abbattuta su quel Team Six, decimandolo.
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