Recensione Film: Zero Dark Thirty
Kathryn Bigelow realizza un capolavoro registico. Un meraviglioso film documentario sulla più grande caccia all’uomo della storia recente: la caccia ad Osama Bin Laden. L’ormai affermata da tempo Jessica Chastain, indossa i panni di Maya, l’instancabile protagonista. Non si è badato a spese per il cast. Infatti, a fiancheggiare l’attrice, importanti figure recitative come Joel Edgerton, Jason Clarke e Mark Strong. Prodotto negli Stati Uniti a costi molto elevati, questo lavoro promette di diventare una delle pietre miliari della cinematografia americana della storia recente.
Un attentato, anzi, l’attentato che ha suscitato più scalpore nell’ultimo ventennio. Poi, il dolore e, infine, la rabbia. Inizia la caccia ai terroristi; inizia la caccia a Bin Laden. Questo lavoro mostra con enfasi lo scrupolo e l’impegno degli agenti di tutte quelle corporazioni che hanno preso parte ad una missione durata più di un decennio. Maya, un giovane agente della CIA, è una di queste persone. La sua determinazione e il suo spirito di giustizia trionferanno su tutti gli insabbiamenti, i giochi di potere e i soprusi da parte delle fazioni nemiche e dei suoi superiori stessi. E trionferà dove tutti i suoi colleghi hanno fallito.
Da molti definito un vero e proprio capolavoro, “Zero Dark Thirty” rappresenta uno dei più bei film del suo genere e, sicuramente, il più rappresentativo. Tuttavia, vi è da muovere qualche critica, a cominciare dalla protagonista dell’opera. Jessica Chastain è risultata molto distaccata, quasi fuori contesto.
Assolutamente sconnessa dalla linea logica del personaggio che avrebbe dovuto rappresentare, ovvero una donna idealmente ed emotivamente coinvolta in una missione che avrebbe riscattato se stessa e il suo paese da un torto subito e impettita dall’ormai storico patriottismo americano.
Altra mancanza (questa volta da parte degli autori), il non aver fatto praticamente niente per suscitare maggior interesse nel pubblico sulla caccia in sé. Alcune parti sono risultate un po’ noiose. Nonostante ciò, si tratta ugualmente di un lavoro imponente e da ricordare, distinto da una regia impeccabile e senza sbavature.
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