Il “Garofano d'Aria” che salvò l'umanità dall'inquinamento
Ne esistono oltre 500 specie ripartite fra 6 sottogeneri. Senza radici sotterranee, assorbono il loro nutrimento dall’umidità dell’aria (conosciute anche come Garofano d’aria). Vivono generalmente sulle cime degli alberi o sulle rocce, nelle zone dove sono più diffuse è comune trovarle anche su pali e fili elettrici oltre che sulle antenne televisive. L’umidità dell’aria è catturata tramite apposite strutture poste sull’epidermide chiamate tricomi che sono aperti quando la pianta è secca e si richiudono sopra una certa soglia di umidità per impedirne l’evaporazione, l’aspetto vellutato di queste piante è dovuto proprio ad essi. Assieme all’umidità catturano anche il pulviscolo atmosferico che contiene agenti inquinanti, per questa proprietà sono stati eseguiti studi volti ad utilizzare queste piante come biorivelatori di inquinanti atmosferici in particolare per rivelare gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), sostanze provenienti dalla incompleta combustione della benzina e del gasolio sospettate di causare il cancro.
Una pianta che vive senza radici, aggrappata a alberi, reti di recinzione o anche fili elettrici e antenne televisive. Luigi Brighigna, docente in pensione di Botanica nel corso di laurea in scienze biologiche dell’università di Firenze. “Assieme all’umidità – ha detto il professore – catturano anche il pulviscolo atmosferico che contiene agenti inquinanti. Gli studi da me condotti sono stati indirizzati all’utilizzo queste piante come biorivelatori di inquinanti atmosferici in particolare per rivelare gli Ipa, ossia gli idrocarburi policiclici aromatici; sostanze provenienti dalla incompleta combustione dei carburanti che hanno effetto cancerogeno”.
In un’aiuola di piazza Donatello a Firenze, sono state collocate piante di Tillandsia in una struttura metallica. Al termine del periodo di esposizione, durato 6 mesi le piante sono state analizzate al dipartimento di chimica di Bologna. Secondo i risultati del test, oggetto di una pubblicazione su rivista internazionale del professore e dei suoi collaboratori, la Tillandsia può essere usata per monitorare l’inquinamento.
La particolarità e che la pianta se ne nutre. Se ogni individuo si limitasse a decorare e curare il proprio spazio abitativo con questa pianta, forse il nostro mondo “Gaia” ne sarebbe riconoscente, poi se tutta la città di Palermo potesse adottare tale mezzo naturale per migliorare la nostra aria, si potrebbe rischiare di essere presi come esempio positivo anche da altri paese, cosa che capita di rado. Invito infine i lettori a guardare le foto su questa pianta perché credo che basti la sua bellezza per convincersi della sua utilità.
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