Scioglimento della regione Lombardia per mafia, il rischio è sempre più concreto
Le notizie delle ultime ore sembrano avvicinare sempre più ad una fine anticipata il quarto mandato di Roberto Formigoni alla regione Lombardia, un vero e proprio regno ventennale che ha attraversato tutta la Seconda Repubblica. Dopo l’arresto dell’assessore Domenico Zambretti si apre l’incubo della sicilianizzazione italiana, descritta da Leonardo Sciascia nel 1976.
Lo scrittore siciliano aveva parlato di come il sistema mafioso avrebbe potuto intaccare alla radice lo Stato italiano e i fatti di oggi lo dimostrano: la mafia si sposta dove c’è potere e dove ci sono soldi. Se un politico, persino nella lontana e padana terra lombarda, è disposto ad acquistare per € 200.000 “solo” 4.500 voti, vendendo la sua carica pubblica alla malavita organizzata, è segno che la questione morale è solo un aspetto dell’intera vicenda che travolge i partiti.
Sempre oggi la città di Reggio Calabria, seconda città metropolitana al sud, è stata commissariata a causa di contiguità mafiosa. Un provvedimento di estrema gravità che si collega ad un altro fatto, per la verità denunciato pure da Fiorito dopo aver capito di avere l’acqua alla gola. Pare che anche l’IDV si sia accorto di avere un capogruppo, tale Vincenzo “Al Capone” Maruccio abbia intascato per sé tutti i fondi del gruppo del partito di Di Pietro alla regione Lazio.
Una disfatta totale in cui si inserisce, come un coltello caldissimo nel burro, il nuovo provvedimento del governo sulla modifica al Titolo V della Costituzione, che prevede la delega alle regioni di una serie di competenze. La protesta degli Enti Locali suona stonata e fuori tempo massimo ma il problema per il 2013 è serio.
Se Maruccio, Fiorito e parte della giunta Formigoni sono i rappresentanti della classe politica della Seconda Repubblica, nata dalle ceneri della Prima Repubblica distrutta dalle tangenti e dal profondo movimento di rinnovamento all’interno del quadro dei partiti, cosa sarà della Terza Repubblica? Se esistono, dove sono finiti i politici che operano come se stessero seguendo dei valori concreti e non semplici calcoli personali, dove sono finiti i segretari di partito che oltre alla capacità di attrarre voti valutano il peso morale dei propri esponenti?
Tutto per ora procede ad una sostanziale polverizzazione dei partiti tradizionali e avvicinano una nuova discesa in campo di Mario Monti all’interno di un nuovo schieramento politico, fronteggiato dalle forze di centrosinistra esterne al PD, unico partito in grado di vincere le elezioni al momento, con un nuovo soggetto politico che dalle regionali in Sicilia potrebbe uscire come secondo partito d’Italia, ovvero il Movimento Cinque Stelle.
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