Anonymous vs polizia, in un file tutti i sistemi usati dalla polizia italiana e le procedure seguite per NO TAV ed altri casi eclatanti
Si tratta di una delle più importanti violazioni della sicurezza nazionale mai intraprese finora ai danni di un’istituzione italiana. La firma è quella di Anonymous Italia, in grado di penetrare all’interno degli archivi della polizia italiana e scoprire metodi al limite della legalità nella gestione di alcuni eventi considerati strategici nel mantenimento dell’ordine pubblico.
Come segnalato dal blog di Anonymous Italy,
Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro. Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail, alcune delle quali dimostrano la vostra disonestà (ad esempio una comunicazione in cui vi viene spiegato come appropriarvi dell’arma sequestrata ad un uomo straniero senza incorrere nel reato di ricettazione). Il livello di sicurezza dei vostri sistemi, al contrario di quanto pensassimo, è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta. Is there any problem, Officer?
Un terremoto diffuso in rete con una prima preview di file rilasciata in Rete e già scaricabile seguita a stretto giro da un’intera directory di file sottratta in un paio di mesi di attività .
La motivazione ufficiale dell’azione, è segnalata in questo proclamo rilasciato il 12 ottobre scorso:
Nel materiale sottrattovi è possibile rintracciare molti dei vostri comportamenti deprecabili: a titolo di esempio, in un documento inerente i fatti di Chiomonte stigmatizzate i NoTav per l’ennesima volta, tacciandoli come una schiera di facinorosi costituenti pericolo per l’ordine pubblico; spiate i cittadini sui social network per estorcere informazioni utili a legittimare la repressione del dissenso (è il caso, ad esempio, dell’attivista che avete schedato: «Ideologicamente finora sconosciuto, attraverso il suo profilo postato sul social network facebook è emerso il suo particolare interesse per i movimenti ed associazioni animaliste/antivivisezioniste[…]»). Si potrebbero citare anche le numerose foto scattate dalla Digos ai frequentatori dei centri sociali o il documento attestante che la rottura di uno sfollagente si è verificata «durante un intervento della Squadra mobile seguito dall’arresto del soggetto». I file che abbiamo rilasciato sono eloquenti e tutti possono trarre le proprie considerazioni personali.
Rivendichiamo a gran voce:
l’introduzione del reato di tortura che prevenga il ripetersi di carneficine già note e attribuisca una pena a chi, nascosto dietro una divisa, si accanisce sulla dignità umana;
la telesorveglianza continua di ogni luogo in cui le Forze dell’ordine svolgono il proprio ruolo, al fine di prevenire abusi e documentarli nel caso si verifichino. Le immagini dovranno essere disponibili pubblicamente e in tempo reale per facilitare la denuncia di torture e maltrattamenti;
l’apposizione di un codice ben visibile sulle divise, al fine di identificare facilmente un agente in tenuta antisommossa;
che le forze dell’ordine, almeno durante il servizio di sorveglianza dei cortei, siano disarmate.Con la nostra azione vogliamo inoltre mandare un forte messaggio di solidarietà alle famiglie delle vittime. Siamo vicini a chi continua a lottare senza mai arrendersi.
var addthis_config = {"data_track_clickback":false,"data_track_addressbar":false,"data_track_textcopy":false,"ui_atversion":"300"}; var addthis_product = 'wpp-3.5.8';
Pingback: Spuntano i Corvi, dall Viminale accuse di appalti truccati da un anonimo insider | InformAzione
Pingback: Le forze in campo il 15 ottobre 2011 a Roma, Anonymous tira fuori il documento ufficiale del Ministero degli Interni | InformAzione