Terremoto all’Aquila, condannati gli scienziati per sottostima del rischio. Ed il terremoto in Sicilia previsto per ottobre?
La sentenza di ieri apre una nuova fase nella gestione del rischio dei terremoti. Le condanne a 6 anni per sottostima del rischio sismico nel caso del terremoto dell’Aquila aprono una nuova questione, in riferimento al terremoto che ha colpito l’Emilia e quello dato come probabile tra la Sicilia e la Calabria per il mese di ottobre. Un rischio discusso e approfondito dal capo della Protezione Civile Gabrielli ed oggetto di un’interrogazione parlamentare, di cui oggi in tanti sembrano essersi dimenticati ma che si collega alla sentenza shock emessa ieri.
Se non dovesse accadere nulla, nonostante la Commissione Grandi Rischi avesse diramato un allarme ben preciso per quella zona del Sud Italia durante i primi mesi dell’anno, automaticamente verrebbe dimostrata la sostanziale imprecisione e approssimazione degli strumenti messi a disposizione dal CNR e dall’INGV per fare delle stime adeguate del rischio sismico in Italia e della sua evoluzione sul territori.
Viceversa, nel caso in cui si verificasse quanto paventato nel rapporto presentato al Ministero degli Interni, verrebbe dimostrato un sostanziale disinteresse delle istituzioni italiane verso un rischio noto e lasciato correre per negligenza e approssimazione.
Peccato che l’approssimazione e la negligenza portano con sé il rischio di mettere inutilmente in pericolo centinaia di vite umane. Preoccupazione eccessiva? Delle due l’una. O il CNR e l’INGV sono in grado di prevedere con metodi scientificamente attendibili alcuni fenomeni premonitori di movimenti tellurici oppure lo Stato italiano spreca annualmente una quantità spropositata di denaro per presentare rapporti sui rischi simili a quelli che qualsiasi cartomante o millantatore potrebbe fornire in un paio di minuti.
La questione non è tanto se un tribunale possa giudicare un’ente scientifico sulla mancanza di risultati, quanto l’effettiva validità di uno strumento in grado di attivare una rete di controllo sul territorio in vista di possibili eventi naturali traumatici che hanno un impatto sul territorio. In tal senso, speriamo che una nuova eventuale scossa nella zona vicina lo Stretto di Messina, causata magari dal Marsili, non debba farci bruscamente scoprire l’esistenza di un metodo, rozzo ed approssimativo, per prevedere alcune scosse pericolose entro tempi utili.
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