Mario Monti alla sbarra, l’azione di governo rallenterà, mentre lo spread…

Dopo meno di 48 ore dal nostro “allarme Cavaliere  furioso” si iniziano a misurare gli effetti della sua minaccia più dura, ovvero quella del ritiro della fiducia al governo Monti. Come preventivato, Berlusconi non potrà essere motore del cambiamento in prima linea ma costringerà tutti gli appartenenti del PDL a mettere in piedi sei mesi di ostruzionismo politico.

In meno di mezz’ora di conferenza stampa sono saltati gli atti diplomatici avviati da Alfano e dal presidente del Senato Schifani per riavvicinare Casini alla “casa dei moderati”. Una eventuale mozione di sfiducia al governo M0nti è già stata bollata dall’ex ministro degli esteri Franco Frattini come un’esternazione dettata dalla rabbia mentre tutto il PDL sembra pronto a cominciare una nuova battaglia suicida.

Suicida perché solo con l’appoggio di Lega Nord ed IDV potrebbe venir meno la fiducia al governo Monti, con la manovra finanziaria ancora da approvare il paese sarebbe precipitato nel caos politico che causerebbe un aumento repentino dello spread ed una nuova tempesta finanziaria sull’Italia in un periodo molto delicato.

Molto della prossima azione del Cavaliere dipenderà dai risultati delle elezioni siciliane, dove il candidato sostenuto dal PDL, Nello Musumeci, era dato addirittura terzo nella corsa alla presidenza, scavalcato dal candidato grillino Cancelleri che a sua volta era dato in forte rimonta su Rosario Crocetta, alfiere del tandem PD-UDC (e con un tacito appoggio di parte di FLI,  soprattutto la parte vicina a Fabio Granata).

Con un PDL in caduta libera e prossimo al 15%, il peso politico di un’azione disturbatrice da parte di Berlusconi viene fortemente ridimensionata, con il PD virtualmente tentato dal far saltare le primarie e con il Movimento Cinque Stelle che sarà pronto per la competizione elettorale non prima di gennaio, da lunedì sera si valuteranno le reali intenzioni dei partiti a mandare all’aria il governo Monti prima del tempo.