La linea politica di Berlusconi? Restyling e lifting, nessuna nuova idea

Mentre si serrano le fila e spuntano le regole per le primarie del PDL, arriva anche il programma ufficiale del Cavaliere. Non un’altra conferenza stampa ma la scelta strategica di un ambiente amicale, in un’enoteca lascia sul tovagliolo un semplice schema di come impostare la sua campagna elettorale e, puntuali come sempre, arrivano telecamere e fotografi.

Ed il programma? Quello che dovrebbe convincere gli elettori lo ha sostanzialmente snocciolato il segretario Angelino Alfano all’indomani delle elezioni in Sicilia, con un mix di liberismo vecchio stile, garantismo spinto che non deve trasformarsi in impunità (salvo una arcoriana eccezione) e una linea di non continuità con Monti in linea con quanto richiesto dall’UE. La stessa linea che portò l’Italia sull’orlo del baratro nel giro di un’estate? Senza un programma concreto non si può sapere.

Nel frattempo Berlusconi manda un messaggio preciso ai suoi prossimi successori alla guida del PDL. La prima operazione è “ripulire” l’immagine del partito, con una martellante ed incessante operazione di amnesia che porti gli italiani a dimenticare a quale partito appartenesse ‘Er Batman, a dimenticare che un intero schieramento politico avesse deliberato su come una escort minorenne fosse la nipote di Mubarak, o di una serie di leggi per depenalizzare reati in cui un Cavaliere del Lavoro veniva puntualmente coinvolto.

Finita questa operazione di rimozione (cosa che è avvenuta spesso, negli ultimi 20 anni) occorre cancellare qualsiasi vestigia del PDL, simbolo e nome legato al più grande fallimento nella storia politica di Silvio Berlusconi, cominciata nel 1994.

Basterà a far tornare il PDL al di sopra del 20% di preferenze o stiamo solo assistendo agli ultimi spasmi di un partito giunto alla fine del suo ciclo naturale di vita? A dicembre, potremmo avere qualche indicazione in più.