Speciale elezioni 2013: spot elettorale per il centro sinistra, ma tra Renzi e Bersani…
Uno dei dati inconfutabili del confronto di ieri è l’incredibile spot elettorale andato in onda per circa 4 ore, tra domande serrate ai candidati e commento tecnico dopo. Il centro sinistra italiano si presenta in tutte le sue forme, l’anima più cattolica proveniente dalla vecchia ala sinistra della DC (Tabacci), la concretezza del sindaco che opera sul territorio (Puppato), l’irruenza del “Grillo” di partito (Renzi), il riformismo estremo senza compromessi (Vendola), il solco della tradizione (Bersani). Ma dal confronto di ieri, arrivano delle indicazioni precise anche sul prossimo candidato premier.
L’analisi riguarderà solo Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, dato che la corsa è ormai tra loro due. Dal confronto dei vari sondaggi il distacco è minimo, al di sotto della soglia del 3% di errore statistico, il che significa che la partita è aperta, nonostante un leggero vantaggio per Bersani.
Matteo Renzi è un uomo del suo tempo. In grado di comunicare rapidamente in poco tempo le sue idee, ha l’ironia e la chiarezza richiesti ad un moderno leader di partito. E’ stato tra i primi a capire il “pericolo” ed il messaggio politico portato avanti dal Movimento Cinque Stelle, prendendone gli aspetti più interessanti e adattandoli alla sua visione politica. Il sindaco di Firenze riesce a rendere la sua immagine quella di un politico a contatto tra la gente, sia tramite il vecchio sistema dei comizi sia al lavoro fatto su Internet. Tutti i candidati si rivolgono a lui, centrando su di sé tutte le attenzioni degli altri competitor che si rivolgono a lui per tutte le repliche della serata. Riesce a dialogare con la classe finanziaria e, cosa unica per un leader di centrosinistra in Italia, riesce ad attrarre il voto proveniente dal centrodestra. Tra le pecche, l’eccessiva mobilità durante il confronto, l’espressione a volte strafottente e irritante, al punto da irridere l’avversario e la totale mancanza di presa sull’elettorato di centro sinistra che va dai 50 anni in su.
Pierluigi Bersani è l’emblema del riformatore moderato di centrosinistra, aperto al dialogo quando serve ma deciso nelle sue posizioni. Ingessato al limite della rigidezza, riesce a mitigare la sua figura ferma con la battuta di spirito che è diventato un marchio di fabbrica. Bersani conosce tutti gli ingranaggi dei palazzi della politica ma non ha perso il contratto con la gente, è attento a tenere insieme la storia catto-comunista del partito ma si presenta come l’uomo giusto per i moderati italiani. Si mostra sicuro ed in grado di tenere assieme tutte le anime del partito, ha disinnescato in tempo le proposte più interessanti di Renzi e riesce a pescare voti da tutte le classi di età , in maggior parte dalla fascia che va dai 50 anni in su. Tra le pecche, la scarsa capacità di adattarsi ai tempi attuali, poco reattivo nel botta e risposta, Bersani rappresenta la sicurezza della tradizione ma non distacca il centro sinistra dall’immagine di “complice” in negativo dei 15 anni stallo politico ed economico.
La vittoria di Bersani passa dalla forte radicalizzazione dello zoccolo duro del PD, sicuro nel voto all’attuale segretario, più complicata la vittoria di Renzi, che passa dall’ingresso nelle liste delle primarie di persone non necessariamente appartenenti all’area PD.
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