Recensione Film: Alì Ha gli Occhi Azzurri
Dopo “Fratelli d’Italia”, Claudio Giovannesi torna ancora una volta ad indagare sull’adolescenza di confine col suo ultimo film. L’ultima delle ormai numerose produzioni italiane che trattano il tema delle difficoltà di integrazione sociale. Un dramma riflessivo lungo un’ora e quaranta minuti ma che tiene comunque viva l’attenzione dello spettatore.
“Alì Ha gli Occhi Azzurri” narra le vicende di Nader, un ragazzo di origini egiziane che vive ad Ostia con padre, madre e sorella. Si tratta di un sedicenne dalla mente spaccata in due, che mal vive la duplice realtà in cui è forzatamente immerso. Da un lato, la sua condizione di cittadino italiano, i suoi amici e Brigitte, la sua ragazza. Dall’altro, la famiglia, la religione e quella disgraziatamente onnipresenti tradizioni che impediscono al giovane di respirare. Nader è sia italiano che egiziano ma, al contempo, non appartiene a nessuna delle due categorie. Infatti, è discriminato da entrambe le etnie e ciò si evince da tanti episodi. Ad esempio, i genitori di Brigitte non vogliono che lui frequenti la loro figlia per via delle sue ascendenze africane e, al contempo, la famiglia del ragazzo vuole che lui non metta in secondo piano la sua cultura e le sue tradizioni in favore di un’altra che hanno sempre avvertito come estranea e deleteria. E Nader, in questa situazione stressante, riesce tuttavia a trovare un equilibrio. Il suo migliore amico Stefano con cui, ogni tanto, commette qualche furtarello e qualche bravate, gli consente di aprire delle valvole di sfogo per smaltire parte dello stress. Purtroppo, questo equilibrio raggiunto dal giovane è molto precario e troverà il suo punto di rottura.
Rifacendosi molto alla poetica di Pier Paolo Pasolini, Claudio Giovannesi delinea un’accurata immagine dell’adolescenza della “sotto borghesia” senza, tuttavia, cadere nel ripetitivo. Inoltre, da finalmente voce ad un fenomeno in costante aumento nelle città italiane. Le difficoltà d’integrazione che gli extracomunitari devono affrontare per poter cominciare una nuova vita nel nostro paese sono molteplici e, spesso, perseguitano anche i loro figli, povere vittime di due culture differenti che non riescono a conciliarsi per via del loro reciproco bigottismo.