Il Sistema Sanitario Nazionale è a rischio, la necessità giustifica i mezzi
Le dichiarazioni a caldo di Mario Monti giungono sulla giornata di oggi come una bomba a grappolo, in grado non solo di esacerbare il confronto politico e sociale, ma di ripercuotersi profondamente su tutti i settori della vita pubblica. Ad oggi, non ci sono i fondi per continuare a garantire l’attuale Servizio Sanitario Nazionale. E’ la fine di un’epoca, ed è la peggiore notizia possibile per un paese in recessione con il più alto tasso di disoccupazione giovanile della sua storia.
In punta di piedi, ma con la gravità di chi conosce i conti dello Stato, Monti sta procedendo ad una sua silenziosa campagna elettorale, in cui parla di quello che conosce, ovvero lo stato economico del paese e dell’eurozona.
La botta arriva durante il collegamento a Palermo con la fondazione Ri.Med:
Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento. Il momento è difficile, la crisi ha colpito tutti e ha ci ha impartito lezioni. E il comparto medico non è stato esente né immune dalla crisi. Il governo è però un vostro alleato prezioso. L’obiettivo, adesso, è quello di rivedere la luce “dopo una fase in cui abbiamo rischiato di essere travolti dall’emergenza finanziaria. Il nostro Paese deve dunque al più presto andare in avanti verso la costruzione del proprio futuro, che non è scindibile dal futuro della comunità internazionale.
Lanciata la pietra, rimane da vedere nei prossimi giorni cosa accadrà nello stagno della politica italiana. La sensazione è che gettati vari sassolini sui problemi concreti e reali del paese, Monti stia indagando per conto del Presidente Napolitano per appurare quanto i partiti politici sono in grado di rispondere alle domande concrete che attanaglieranno il paese il prossimo anno.
Ed in caso di risposta negativa, come sembra arrivare dal vuoto pneumatico di risposte ai quesiti diretti di Monti, Napolitano sembra “costretto” a dover rinnovare la fiducia al Professore della Bocconi, sostenuto da una nuova maggioranza parlamentare.
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