La Fiat che funziona nel nome di Agnelli

In Italia esiste una fabbrica Fiat in cui i lavoratori iscritti alla Fiom accolgono tra gli applausi i vertici del Lingotto. Cosa ancora più importante, accade a Grugliasco, in provincia di Torino, in uno stabilimento che nasce sotto il nome di Gianni Agnelli.
E a rappresentare la linea di continuità con il passato é presente John Elkann, il nipote prediletto dell’avvocato insieme a Sergio Marchionne, il volto duro e cinico della Fiat che festeggia utili per 1,7 miliardi con Chrysler ma ha dovuto accantonare il progetto Fabbrica Italia, sbranato dalla crisi. Entrambi però sono accolti tra gli applausi dagli stessi operai Fiom che qui hanno firmato l’accordo di produttività , in una fabbrica di auto dove finalmente si valorizza il made in Italy, fatto di eleganza, stile e performance unite a prestazioni sportive.

Una fabbrica, quella di Grugliasco che è l’eccezione che conferma la regola, il cigno nero che da solo dimostra e rende ancora più evidente la contraddizione di Fiat, incapace di proporre modelli competitivi nel mercato europeo, costretta a mettere in cassa integrazione i suoi dipendenti e sempre più tentata di abbandonare Torino e l’Italia.

Grugliasco è l’emblema di quello che Fiat è oggi, un marchio italiano storico ed in difficoltà che punta su quello che rende competitiva l’Italia nel mondo, puntando ad un target di clienti che in periodo di crisi cerca nel lusso più sfrenato il suo obiettivo. Maserati è un marchio di punta del settore di lusso e dimostra, in una sola volta che per mettere d’accordo lavoratori, sindacati e dirigenti, occorre un piano industriale ambizioso e competitivo.

E se in periodo di crisi il settore lusso è una delle vie d’uscita, si attende di vedere la dirigenza Fiat presentarsi alla sfida più impegnativa, ovvero la creazione di un auto competitiva e aperta a tutti, specialmente dopo l’arrivo di un utile netto in crescita del 31% in più rispetto al 2011 pari a 1,4 miliardi di euro.