Recensione Film: Anna Karenina
Joe Wright valorizza una splendida Keira Knightley in un film ricco di passione e magia. Un dramma all’insegna dell’amore e del destino, in cui l’adulterio sembra rivelarsi l’unica soluzione che possa alleviare le implicite sofferenze che fanno da contorno ad una vita vissuta all’insegna di un’apparente felicità .
Anna Karenina vive a San Pietroburgo ed è la moglie dell’ufficiale governativo Karenin, un uomo d’alto rango con cui ha dato alla luce un bambino. E’ una donna scaltra, bellissima e piena di energie, che si è fatta una posizione di tutto rispetto nella sua città . A seguito di una lettera ricevuta dal fratello Oblonsky, un uomo molto frivolo e famoso per i suoi continui adulteri, Anna si vede costretta a raggiungerlo per salvarlo dalla furia della moglie Dolly la quale, dopo aver scoperto l’ultima bravata del consorte, è intenzionata più che mai a porre fine al matrimonio.
Sul treno, la giovane donna conosce la contessa Wronsky, una signora molto a modo con la quale fa subito amicizia e, arrivata alla stazione, viene presentata al giovane e affascinante figlio. All’incrociarsi dei loro sguardi, nasce una reciproca attrazione trai due, che avrà sconvolgenti conseguenze.
Magistrale il lavoro del regista che ha realizzato un opera all’insegna della precisione, della tecnica e della passione. Nessuna sbavatura registica, nessun errore nello studio di ogni personaggio che, seppure in differenti sfaccettature, mostra con coerenza e corposità la propria natura e, infine, eccezionale l’interpretazione dei singoli attori e, in particolare, della protagonista i quali hanno donato (sotto richiesta del regista stesso) all’opera quella teatralità classica del cinema di altri tempi che, ormai, è stata perduta per sempre.
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