I marò rimangono in Italia, la mossa fa infuriare l'India ed apre un contenzioso
La scelta del ministro degli Esteri dimissionario apre un contenzioso internazionale che lascia un’ulteriore problema da risolvere al prossimo governo. Con una mossa di forza, sfruttando nuovamente la disponibilità del governo indiano a concedere un nuovo permesso speciale agli imputati del processo per l’uccisione, in acque internazionali, di un pescatore indiano scambiato per uno dei pirati che infestano i mari dei grandi scambi commerciali. Una scelta che voleva essere presa già a Natale ma che è stata stoppata dal ministro degli Interni Severino e dal Presidente della Repubblica Napolitano.
Rispetto a dicembre però il tribunale del riesame indiano ha stabilito che l’incidente è avvenuto in acque internazionali, confermando la tesi iniziale del governo italiano che nonostante tutto ha mostrato una certa disponibilità nei confronti del governo di New Delhi, nonostante fosse chiaro sin dall’inizio che fosse stata attuata una forzatura.
Una volta riconosciuta questa forzatura a gennaio, il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata ha aspettato una nuova licenza premio per le festività pasquali ed ha attuato una mossa di forza, riportando i propri militari a casa. Adesso spetterà ad un arbitrato internazionale dirimere la questione. Arbitrato che potrebbe non arrivare mai e costringere l’Italia ad un braccio di ferro con un governo intenzionato ad emergere ed a pesare sempre di più nello scacchiere internazionale.
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