Il nemico di Putin suicidato a Londra, Berezovsky trovato morto questa mattina
Prendete una vera e propria reggia nel Surrey, con finestre antiproiettile, videocamere di sorveglianza e due grandi nemici, il nuovo padre di tutte le Russie, Vladimir Putin e un miliardario eccentrico, proprietario di Gazprom e Chelsea, Roman Abramovich. Avrete tutti gli elementi per un nuovo giallo che si prova ad archiviare in fretta, ma che lascia piu’ di un sospetto.
Negli ultimi tempi la fortuna di Berezovski era andata via via scemando. La separazione dalla moglie e la causa milionaria da 25 miioni di sterline persa, avevano portato via al combattivo Berezovski la voglia di vivere, portandolo prima ad abbandonare il suo ufficio nella city di Londra e costrtingendolo adirittura a vendere uno dei suoi quadrui di Andy Warhol per fronteggiare i debiti che lo stavano assalendo Uno scenario perfetto per creare un alibi coerente attorno all’ipotesi di suicidio.
Come accaduto ad altri oppositori poliitici di Putin, tutti esuli a Londra e deboli di cuore e provvidenzialmente stroncati da malori improvvisi, fulminanti e mortali. Nel caso di Alexander Litvinenko, la sua carriera da spia lo aveva sempre tenuto in ottima forma ed esigeva un “tocco speciale”. Come accaduto a Yasser Arafat, Litvinenko fu avvelenato con progressive dosi di polonio nel caffe’, un mix letale che lo porto’ progressivamente a spegnersi su di un letto di ospedale nel 2006, scatenando le ire dell’MI6 per l’uso di materiale radioattivo sul suolo britannico.
Nel suo momento peggiore, Berezovski ha trovato la morte, liberando la strada di Putin da uno strenuo opositore.
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