Emergenza Cassa Integrazione, mancano 3 miliardi
Dopo mesi di proteste e segnalazioni da parte dei sindacati, ieri il Ministro del Lavoro Fornero ha dovuto cedere di fronte ai conti presentatigli dalla Ragioneria di Stato. Entro maggio, in alcune regioni non ci saranno abbastanza fondi per finanziare la cassa integrazione, motivo per cui oggi CGIL, CISL e UIL sono state convocate per un tavolo tecnico al ministero. L’obiettivo minimo è quello di trovare un miliardo di euro, subito.
Già , ma da dove dovrebbero spuntare questi soldi? La Fornero si è già esposta dicendo che non sarà necessario varare una nuova manovra finanziaria, ma occorre trovare in fondi tra le pieghe di quella spesa pubblica che non è stata aggredita. I sindacati si riuniranno davanti al Parlamento per una manifestazione simbolica di protesta, per sollecitare i lavori parlamentari, paralizzati da veti incrociati, corse a Palazzo Chigi ed al Quirinale.
Il problema è più serio di quanto si possa pensare. Dall’inizio dell’anno ad ora, le richieste di cassa integrazione, sia in deroga che straordinaria, hanno subito una brusca impennata con un +11,8% nel dato complessivo dall’inizio dell’anno. Il 2012 è stato un anno da record in tal senso e oltre il pasticcio esodati, il mix tra scadenza della cassa integrazione e la possibilità per le aziende di rinnovare altri contratti a tempo determinato o mandare a casa chi si affaccia al mondo del lavoro, potrebbe acuire i numeri già pesantissimi sulla disoccupazione giovanile.
Mentre l’Istat tende a precisare come il dato statistico sulla disoccupazione giovanile sia da rapportare nella sua interezza, dato che tra la popolazione attiva vengono considerati quei giovani a partire dai 15 anni in su, uno degli effetti preoccupanti del blocco della cassa integrazione è il blocco immediato di quei piccoli segnali di ripresa che si iniziano a notare dopo un anno di misure economiche straordinarie. In tal senso, l’ammonimento di Mario Draghi alle banche sembra destinato a cadere nel vuoto, a causa della mancanza di una politica economica organica per sbloccare anche fondi privati per le aziende.
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