La disumanità di una città distratta e le picconate della follia
Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, commenta quanto accaduto nella sua città con un discorso quasi rassegnato, la follia omicida del giovane Kabodo, sceso in strada la mattina presto di sabato, seminando morte e terrore tra le 5:40 e le 6:35 ha scosso l’Italia. Ci è voluta quasi un’ora per fermarlo, un’ora in cui all’uomo che “sentiva delle voci in testa” è stato permesso di seminare panico e morte, colpendo a morte Alessandro Carolè davanti ad un bar, è stato permesso di colpire Daniele Carella alle spalle mentre stava scaricando i giornali del mattino con il padre e Ermanno Masini, deceduto nella notte. Un’ora in cui una città distratta ha pensato di mettersi in salvo, di rifugiarsi come i topi, dimenticando che nell’evoluzione umana dallo stato di scimmie, solitamente i primati tendono ad avvisare del pericolo i propri simili.
Le forze dell’ordine, chiamate soltanto intorno alle 6:30 sono arrivate nel giro di 6 minuti sopra Kabodo, segno che la responsabilità di questa scia di sangue è imputabile in egual misura sia alla follia dell’omicida che alla follia della Milano bevuta e risucchiata dalla sua stessa vigliaccheria. Una Milano disumana in cui il pensiero dominante è non solo quello di mettersi in salvo, ma il meneghin pensiero “del non tocca a me”, non mi riguarda, se non mi colpisce direttamente, non mi interessa.
Non occorreva certo fare un gesto eroico, provare a disarmare un uomo armato di piccone non è certo da tutti, specialmente al mattino ed in un giorno feriale in cui non ti aspetti mica di incontrare un personaggio uscito da un film horror. Sarebbe bastato un gesto tanto semplice quanto banale, una segnalazione alle forze dell’ordine, nella certezza che quell’uomo fosse un pericolo per gli altri ed è dovere di ogni cittadino mettere in guardia dal pericolo i suoi simili.
E’ dovuta passare un’ora prima che ciò accadesse, molti di quelli che hanno visto Kabodo senza fare nulla si affolleranno nei prossimi giorni a piangere con il resto della città le tre vittime, ma nei loro più reconditi pensieri, potrebbero accorgersi che anche le loro mani si sono sporcate di sangue innocente, sangue che poteva non essere sparso se solo avessero fatto il loro dovere.
var addthis_config = {"data_track_clickback":false,"data_track_addressbar":false,"data_track_textcopy":false,"ui_atversion":"300"}; var addthis_product = 'wpp-3.5.8';